Natale: tempo di stupore e di accoglienza

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Qualcosa di diverso deve succedere, perché così non si può andare avanti, e se avevamo forzatamente sperimentato uno stile più umano a causa della pandemia, ora soffiano venti di rabbia, incomprensione, divisione.

Ricominciamo dallo stupore, dal lasciarci scuotere, distogliere, anche scandalizzare; dalla contemplazione, dall’ascolto, dalla com-passione, dall’accoglienza anche di chi ci dà fastidio e ci sembra irragionevole. 
Gesù nasce proprio qui, ora, dentro tutto questo. Qualcosa di diverso e sempre nuovo sta succedendo: ci è donata una possibilità di vita nuova, piena… (continua a leggere)

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… ci richiama al tema del Natale che la Chiesa celebra proprio in questo tempo.

Possiamo guardare a questo evento della vita di Gesù come alla sua prima esperienza di emarginazione. L’evangelista Luca dice che egli nacque in una stalla perché non c’era posto per loro nell’alloggio (Lc 2,7). Nel profondo dell’avvenimento però, con la nascita terrena il Figlio di Dio ha accolto in sé la nostra natura umana e, come ci ricorda il Concilio Vaticano II, così facendo, «Egli si è unito in un certo modo ad ogni uomo» (GS 22): in realtà, noi siamo stati accolti da Gesù, come sperimentarono gli umili pastori quella notte nella stalla della campagna di Betlemme. 

Parliamo allora di accoglienza, perché vogliamo tenere sveglia la nostra attenzione per una questione che è all’ordine del giorno… (continua a leggere)

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Questa volta ci affidiamo agli occhi e ai pensieri di un poeta: Franco Arminio prende spunto dalle nostre fragilità e inquietudini – a partire da quelle che il tempo della pandemia ha messo in mostra – illuminandole con parole di speranza.

Vi offriamo alcuni assaggi di questo piccolo libro, quasi scintille di luce per questo tempo di Natale, con l’invito a prenderlo in mano e gustarlo dalla prima all’ultima riga… (continua a leggere)

 

La Presidenza diocesana augura a voi e alle vostre famiglie un luminoso e lieto Tempo di Natale: attendiamo insieme il Signore che viene ad abitare la nostra quotidianità non con l’inquietudine e la paura del futuro, ma con la fiducia e lo stupore dei pastori, attenti al canto degli angeli e alla luce che scaturisce dalla loro quotidianità.