Prendersi cura delle relazioni

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Cura, relazione, comune umanità, autoconsapevolezza, perdono, responsabilità… sono alcune parole risuonate al Vigilianum lunedì 16 gennaio durante il primo incontro del percorso “Passo dopo passo. L’arte di accompagnare la vita”, proposto dall’Azione cattolica di Trento in collaborazione con la Scuola Diocesana di Formazione Teologica.

L’incontro è stato affidato a Giuseppina Gottardi (psicologa, psicoterapeuta, pedagogista e, dal 2021, presidente della Cooperativa Villa S. Ignazio) che, partendo dalle definizioni dei termini “cura” e “relazione”, ci ha aiutato a comprendere più chiaramente il significato del prendersi cura degli altri, dell’essere consapevoli ed instaurare relazioni vere e autentiche.

Tutta la nostra vita è esperienza di relazioni: fin dalla nascita siamo predisposti alla relazione, siamo immersi in rapporti personali e ogni rapporto risulta importante per la nostra crescita, per il formarsi della nostra personalità. Ognuno di noi, infatti, è frutto di tante relazioni quante sono le persone che ha incontrato nella sua vita.

«Ognuno ha una favola dentro,
che non riesce a leggere da solo.
Ha bisogno di qualcuno che,
con la meraviglia e l’incanto negli occhi,
la legga e gliela racconti.»
(Pablo Neruda)

Attraverso miti, favole, canzoni e suggerimenti di alcuni esercizi da fare a casa, la dottoressa Gottardi ci ha guidati, passo dopo passo, a comprendere i bisogni fondamentali presenti in ogni essere umano: l’essere riconosciuto, compreso, amato, perdonato, accolto e non giudicato. E proprio partendo dai bisogni ha suggerito di rivedere la qualità delle nostre relazioni.
Occorre aver presente che anche l’altro è come noi, con necessità, aspirazioni, desideri. Ogni legame è un impegno quotidiano, perché noi e gli altri siamo sempre in cambiamento e quindi anche le relazioni devono cambiare. Non possiamo affrontare l’incontro con l’altro se dentro di noi, inconsapevolmente, c’è un bambino
ferito, dobbiamo sempre mettere da parte il nostro mondo interiore più profondo, guardare l’altro in modo contemplativo affinché possa essere pienamente se stesso e si senta ascoltato dal suo punto di vista, con amore e umiltà.

Quando incontro l’altro, non incontro uno sconosciuto o uno straniero, ma qualcuno che aggiunge una nuova parte di me: anche per questo è importante prendersi cura delle relazioni.

Monica
(gruppo diocesano Ac)