Perchè oggi si combatte in nome di Dio

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Segnaliamo l’articolo del Direttore dell’Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo”, pubblicato da bencomune.net nel numero di gennaio 2016 “Un Dio chiamato guerra” e riportato integralmente sul sito www.azionecattolica.it, un’analisi lucida e puntuale dell’origine e dei meccanismi che stanno alla base delle nuove e mai sopite “guerre di religione” che papa Francesco definisce “III guerra mondiale combattuta a pezzi” .

Michele D’Avino afferma che “in un mondo sempre più secolarizzato e dimentico delle proprie radici valoriali, diventa sempre più facile morire “in nome di Dio” per attacchi terroristici che insanguinano “la costa sud del Mediterraneo e si sono spinte fin dentro il cuore dell’Europa, seminando l’orrore della morte nei luoghi dove si svolge la vita quotidiana dei comuni cittadini occidentali”. Sottolinea anche che non si può parlare di “guerra di religione”, perchè “a muovere gli eserciti, ad attentare alla vita di uomini e donne inermi è, ora come allora, il dio-denaro, la sete di potere che sempre riesce a corrompere gli uomini di ogni etnia, cultura e credo religioso”.
Evidenzia come tali conflitti non partano solo dai fondamentalisti islamici e propone alcuni spunti per aprire nuove vie di pace.

Argomenti che saranno approfonditi anche dall’Ac diocesana nelle serate organizzate a Rovereto l’11, 18 e 25 febbraio “A me che importa? Memoria, perdono e pace dalla Grande Guerra ad oggi