Dal conflitto al perdono – cosa dice la Parola di Dio in un contesto di guerra

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Data / Ora
Date(s) - giovedì 18/02/2016
20:30

Luogo
Centro Pastorale Beata Giovanna

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Nel centenario del primo conflitto mondiale 1914-1918 l’atteggiamento dei cattolici nei confronti della guerra suscita oggi non solo l’interesse della memoria storica, ma anche una doverosa riflessione sulle scelte fatte e sullo sviluppo nell’attualità. L’Azione cattolica di Trento unitamente alla Pastorale Sociale Lavoro di Trento, propone tre serate di approfondimento anche formativo sul tema “A me che importa? Memoria, perdono e pace dalla Grande Guerra ad oggi”.

Non c’è memoria senza perdono e non c’è perdono senza memoria. fare memoria per i cristiani è esperienza di fede. Ma da che parte sta Dio in tempo di guerra?
Nel secondo incontro don Pietro Rattin (biblista) si interrogherà sulla parola di Dio in relazione alla guerra.

Gli incontri sono aperti a tutti

Introduzione:
Giovedi scorso abbiamo affrontato gli eventi, la memoria di una guerra tanto drammatica quanto inconcludente: «Nel presentarle pertanto a Voi, che reggete in questa tragica ora le sorti dei popoli belligeranti, siamo animati dalla cara e soave speranza di vederle accettate e di giungere così quanto prima alla cessazione di questa lotta tremenda, la quale, ogni giorno più, apparisce inutile strage» (Lettera di Papa Benedetto XV ai capi dei popoli belligeranti 1.agosto 1917)
Abbiamo visto come i cristiani, la Chiesa anche nella sua dimensione organizzativa furono soggetti ben presenti ed attivi; abbiamo visto una comunità ecclesiale che finisce per prendersi carico della condizione di guerra con molto buon senso e qualche esagerazione (vedi il senso di civile sopportazione del popolo, la posizione equilibrata del vescovo Endrici, l’invio dei cappellani per gli sfollati…) Esagerazione come in certe espressioni di bellicismo e nazionalismo esagerato (alcuni vescovi a Parigi), alcuni cattolici volontari (es. don Mazzolari, Gemelli) .
Questa sera, proseguendo il nostro cammino, cerchiamo di scoprire quale sia il giudizio della Parola di Dio non solo su quella guerra ma sulla storia umana, spesso mescolata a contesti aggressivi, violenti e di guerra. Non è un giudizio semplice: la Parola di Dio parla sì di «…beati i costruttori di pace, (Mt 5,9)»;  in Isaia 2,2,«Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci…»; « Non uccidere» (Dt 5,17) «Amate i vostri nemici » (Lc 6,35). Ma insieme ci propone episodi violenti e inaccettabili come la Passione del Cristo e altro nell’AT… E’ necessario dunque un ascolto attivo e attento. Se vogliamo uscire da una condizione di guerra c’è bisogno di soffermarsi non alle sole battute, alla questione della guerra giusta, ma andare oltre per indurre un perdono non come puro gesto conclusivo, ma come atteggiamento preventivo appunto di misericordia, di amore. occorre caricarci della generosità ma anche delle disgrazie degli altri, perché anche noi siamo responsabili di quanto accade.
Don Piero Rattin, parroco biblista, ci aiuterà a entrare in questa lettura.

Per approfondire:
Giovedì 28 febbraio don Piero Rattin ha delineato il volto di Dio come Dio della Pace, che sta dalla parte dei deboli e degli oppressi e lotta attivamente contro il male.
Da che parte sta Dio in tempo di guerra? Nell’Antico Testamento Dio è “Signore degli eserciti”, è guerriero vittorioso; sta accanto ad un piccolo popolo travagliato dalle guerre e dalle invasioni, mostrando – con il linguaggio rude e a volte violento caratteristico di quelle epoche storiche e culturali – che chi confida in Dio riceverà giustizia, liberazione, riscatto, vittoria. Nel Nuovo Testamento Dio assume in volto misericordioso di Gesù, che perdona, ama, salva e porta la pace nel mondo, nel creato e nel cuore di ogni uomo che lo cerca e lo accoglie.
La pace è quindi dono di Dio, viene dall’alto e ripristina l’alleanza/relazione tra uomo e Dio, uomo e se stesso, uomo e uomini, uomo e donna, uomo e creato, uomo e tuti i popoli della Terra. Allo stesso tempo, però, la pace va chiesta e attesa con pazienza, speranza e fiducia; è frutto di scelte umane, richiede la riconciliazione con dio e tra gli uomini. La pace «esige la lotta contro il male e mira al recupero e alla salvezza del colpevole»; siamo chiamati ad essere collaboratori operosi: abbiamo il compito di smascherare le radici della guerra (l’egoismo); di denunciare gli atteggiamenti oppressivi; di svelare i regimi falsi e immorali; di predicare e testimoniare le beatitudini; di collaborare con le iniziative di pace e di partecipare al dibattito sulla pace.
I cristiani sanno che la pace esiste ed è Gesù Cristo, presente e vittorioso della storia e nei cuori degli uomini. La pace quindi è reale e realizzabile; questa consapevolezza ci aiuta a sperare, a coltivare calma e pazienza, a camminare sulle vie della pace anche quando gli altri uomini si fermano.

La relazione è disponibile su DVD presso la sede diocesana di Ac in file audio. Scarica la relazione scritta di Rattin

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