Dall’Assemblea diocesana, la relazione della Presidente diocesana uscente

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Pochi granelli di sale per dare sapore alla vita di tutti

Relazione di fine mandato della Presidente diocesana Anna Rigoni

In questo giorno, che viviamo come momento di festa e di impegno, è bello ritrovarsi per riconoscere insieme i frutti del cammino fatto e per affidare al Signore la ricchezza e la fragilità del cammino dell’Azione cattolica italiana che vive nella Diocesi di Trento.

Ringrazio il Vescovo Lauro per le parole intense che ci ha rivolto durante la Santa Messa e per la vicinanza che sempre ci manifesta. A lui in questo momento, come Presidente diocesana uscente, rimetto il mio mandato, certa che saprà valorizzare al meglio le nuove disponibilità, accompagnando il cammino di Ac con simpatia e sollecitudine pastorale.

L’Azione cattolica del Trentino, al termine del percorso assembleare che ha visto il rinnovo delle responsabilità parrocchiali, è una realtà presente in 17 associazioni locali: Arco, Riva del Garda, Giustino, Lizzana, Rovereto San Marco, Villa Lagarina, Volano, Calliano, Besenello, Villazzano, Trento Duomo-Santa Maria Maggiore, Lavis, Mezzocorona e Rovere’ della Luna (che, uniti in unica parrocchia, si sono fusi anche come gruppo di Ac), Nave San Rocco, Tuenno, Cloz e Gruppo diocesano (in cui è confluita l’Ac di Trento – Santissimo Sacramento). L’Acr è presente a Rovereto e a Volano; la realtà dei giovani è presente a Rovereto, a Volano e nella bella esperienza dei giovani studenti e lavoratori (fuorisede e pian piano anche locali) del gruppo parrocchiale cittadino di Trento.
Noi ci consideriamo una realtà piccola, che all’inizio di questo anno associativo contava 335 soci aderenti, di cui 15 ragazzi, 10 giovanissimi, 16 giovani e 294 adulti (con 21 coppie di sposi e 10 nuclei familiari). Ci consideriamo e siamo un’associazione stabile e ben consolidata, ma fragile, con la difficoltà di allargare la partecipazione, di coinvolgere adulti nella fascia 30-60 anni, giovani e ragazzi. Ci diciamo che 1/3 dei soci sono nella fascia degli adultissimi (con più di 75 anni) e che le disdette sono quasi esclusivamente per la nascita in cielo dei fedelissimi soci che dopo anni di partecipazione convinta e di testimonianza bella ci hanno lasciato. Li ricordiamo oggi con affetto e riconoscenza, perché per molti di noi è stato grazie al loro invito se oggi siamo qui.

Sì, l’Azione cattolica della Diocesi di Trento è fragile, ma è una famiglia accogliente che vive e cresce nella fede, nella testimonianza di vita bella, nell’esperienza di comunità, nutrendosi di passione associativa e di servizio disinteressato e costante, per rispondere alle necessità della parrocchia e del territorio, secondo le forze, le energie, la fantasia creativa e le capacità di ognuno e del gruppo. Sì, alcuni gruppi sono di soli adultissimi, ma al termine delle assemblee parrocchiali hanno scelto di continuare a incontrarsi, a formarsi e a mettersi a servizio secondo le loro energie. Non con rassegnazione, non per orgoglio, ma con il sereno affidamento di chi sa che l’Ac è ancora un’esperienza importante per chi ne fa parte; che l’eredità ricevuta non deve essere dispersa, che vogliamo bene alla parrocchia, al parroco, al territorio e alla Chiesa diocesana; che siamo dentro un progetto più grande di noi e che andiamo avanti non per nostra volontà, ma per vocazione e con la forza dello Spirito Santo.

La mia relazione potrebbe finire qua, anzi sarebbe bello poter lasciare la parola a voi che ora mi ascoltate, agli assistenti parrocchiali e ai presidenti uscenti che nella visita ai gruppi parrocchiali hanno manifestato una vitalità, una fede e una consapevolezza lucida del presente e del futuro delle nostre comunità ecclesiali e del ruolo che l’Ac ha e potrebbe avere in questo contesto così complesso, ricco di potenzialità e difficoltà. Ma mi soffermo a ricordare quel che abbiamo realizzato, tutti insieme e su indicazione del Consiglio diocesano, nel triennio che oggi si conclude; e a ringraziare tutti, partendo da voi qui presenti.

Nel gennaio del 2020, al termine della scorsa Assemblea diocesana tutti i partecipanti hanno firmato fisicamente il Documento assembleare dal titolo suggestivo “Il per sempre nasce dal cuore“, in cui ci impegnavamo a realizzare
– esperienze di preghiera,
– iniziative di formazione permanente e
– alleanze costruttive con altre realtà ecclesiali e sociali del territorio.

Quel che abbiamo realizzato forse lo consideriamo normale, ma mettendo in fila eventi, approfondimenti e occasioni di incontro e di preghiera si compone un arazzo colorato non certo scontato di legami buoni e di occasioni di formazione per noi e per altri. Gli itinerari di spiritualità magistralmente animati dall’assistente diocesano (don Giulio prima, don Giampaolo adesso); le giornate e le feste diocesane sempre ben partecipate e che hanno coinvolto sempre anche i ragazzi, grazie anche all’impegno diretto dei responsabili parrocchiali Acr; i campi scuola estivi, fortemente voluti e organizzati con passione dai presidenti parrocchiali di Volano e di Rovereto, con Marco responsabile diocesano e gli educatori parrocchiali Acr; le gite, la camminata Frassati con Vita Trentina e Montagna Giovani, i pellegrinaggi; le veglie di preghiera e l’animazione della Via Crucis a livello parrocchiale e delle Quarantore a livello diocesano e parrocchiale. I corsi di formazione per adulti al Vigilianum, grazie alla preziosa e provvidenziale collaborazione e sintonia con l’Area Cultura della Diocesi; il cammino ordinario di formazione per ragazzi, giovanissimi, giovani, adulti (sottolineo che tutte le associazioni locali si incontrano almeno una volta al mese, tutte usano strumenti associativi); le tante iniziative realizzate a livello parrocchiale, spendendosi nel servizio liturgico, di animazione, di disponibilità per qualsiasi necessità, secondo le possibilità e le abilità dei singoli aderenti e del gruppo insieme. La rivista mensile Camminiamo Insieme (giunta nella veste attuale alla 18′ edizione, con il contributo prezioso di chi si presta a scrivere gli articoli, del comitato redazione con Alessandra, Salvatore, Fabiola, Pamela e Silvia, e dell’addetto stampa Alessandro); l’attento e appassionato lavoro della segretaria diocesana (Cristina prima e da un anno Alessandra), la sintonia e la condivisione con i membri di Presidenza (don Giampaolo e Marco, Alessandro e Silvia, Mariassunta e Serena, e Roberta).

Quel che posso testimoniare personalmente e che ritengo doveroso sottolineare guardando ognuno di voi negli occhi oggi è il privilegio di aver potuto accompagnare i passi e la maturazione di fede e umana delle persone che rendono bella, vivace, familiare, significativa e impegnativa la nostra Azione cattolica che vive in Trentino. In questi anni, insieme abbiamo trovato strade e modi per continuare a stare in Ac come famiglia in cui si cresce, ci si mette in gioco e ognuno porta il proprio contributo. Sicuramente non siamo usciti indenni dal torchio del Covid, come ci siamo raccontati negli incontri del Consiglio diocesano; ma proprio le difficoltà ci hanno aiutato a capire cosa conta di più e su cosa vale la pena investire.

Mi piace riprendere il tema del “CUORE“, con 5 parole chiave che penso ci rappresentino bene e di cui ringrazio il Signore e ognuno di voi, che me le avete mostrate con umiltà, fedeltà e passione.
1. La CURA, che è dedizione e abilità di mettere l’altro al primo posto; è capacità di ascolto, prossimità, rispetto e attenzione particolare verso le fragilità. Senza fretta, con pazienza e sensibilità umana.
Continuiamo a rafforzare i legami tra di noi e con chi incontriamo sul nostro cammino, per riconoscere le domande di senso e puntare all’essenziale; per essere sale e dare sapore alla vita.
2. L’UNITARIETÀ, che è sempre una sfida: come vedrete, non sono state espresse disponibilità per il settore giovani; ma le giovani generazioni meritano di fare esperienze autentiche che fanno crescere e crediamo che l’Ac sia un luogo giusto per farle.
Continuiamo a coltivare spazi di dialogo tra le generazioni e a credere nel protagonismo dei ragazzi, a trovare modi e luoghi di incontro e di crescita nella reciprocità.
3. Il saper andare OLTRE: oltre gli orizzonti conosciuti, oltre i propri limiti, facendosi forza per un bene superiore. Nessuno di noi possiede a priori le capacità di accompagnare gli altri… lo impariamo insieme, sul campo, mettendo a frutto le potenzialità personali e valorizzando le capacità che riconosciamo in chi ci sta accanto.
Continuiamo a camminare insieme con coraggio e fiducia, senza rassegnarci, con occhi che sanno guardare dentro e lontano.
4. La RESPONSABILITÀ fa parte della nostra identità: la partecipazione democratica in Ac ci abilita a scegliere insieme la strada giusta, ad assumerci impegni, a crescere nella partecipazione dentro la Chiesa, nei luoghi di lavoro, nella società, nell’impegno anche politico. La responsabilità e la consapevolezza che è giusto ricambiare quanto ci è stato donato hanno dato coraggio a chi ha svolto il proprio servizio a livello parrocchiale e diocesano.
È con riconoscenza, rispetto e gratitudine che ringrazio chi ha dato la disponibilità per il Consiglio diocesano per il prossimo triennio: dire di sì ad una richiesta che richiede di rinunciare a qualcosa di personale per investire tempo ed energie per il prossimo parla di generosità e di credere al valore che l’Ac ha nella vita nostra e per altri. Ringrazio anche le persone che non hanno potuto dire di sì: sono soci e socie che vogliono bene all’Ac e che continueranno a spendersi a livello parrocchiale.
5. Infine, l’ESPERIENZA DI VITA aiuta a mettere in gioco le proprie capacità, a non sentirsi mai a posto, a donare tempo e tutto quel che si è imparato a servizio degli altri.

Il Documento assembleare che oggi siamo chiamati a definire e approvare parte da queste premesse ed esperienze e intende rilanciare il senso di un’appartenenza, le priorità e l’impegno laicale, alla luce degli orientamenti dell’Azione cattolica italiana e delle indicazioni del Vescovo Lauro. Essere oggi sale e lievito nella comunità ecclesiale e nei luoghi di vita è per noi aderenti di Ac una vocazione e un naturale obiettivo, legato all’essere cristiani battezzati che testimoniano la Buona Notizia insieme, sciogliendosi nella realtà: senza un leader, senza un carisma che ci distingue, senza desiderio di emergere… ma attenti a non perdere sapore, ad esaltare il gusto degli altri, a mescolarci e a perderci per arricchire l’impasto dell’umanità.

Io in Ac ho trovato casa, e credo anche voi. Mi piacerebbe che ognuno potesse sperimentare l’intensità e la grazia del legame associativo diocesano, regionale e nazionale che mi sono state donate (pur nelle difficoltà e negli inciampi dei miei difetti, di cui vi chiedo scusa).

Riprendendo lo slogan dell’Acr: “Questa è casa tua“!
Possa esserlo per tanti (per chi è in ricerca, per chi non spera più, per chi si sente solo, per chi ha tanto da regalare, per ragazzi e giovani, famiglie, adulti e adultissimi). Guardiamo avanti: forti perché insieme, gioiosi perché accolti e perdonati, coraggiosi grazie al dono della fede che ci edifica, resi belli dallo sguardo di amore di Dio.

Grazie, grazie di cuore a tutti.

Anna