Vita di Ac – dalla testimonianza di Claudio

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Condividiamo il dono della testimonianza di Claudio Campolongo dell’Ac di San Marco – Rovereto che ha ripercorso il suo cammino associativo personale e famigliare all’inaugurazione della mostra storica sull’Ac trentina giovedì 11 ottobre 2018.

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VIVERE L’OGGI DENTRO LA STORIA

Un ragazzo che a nove anni scende definitivamente con la famiglia da Noriglio a Rovereto nel 1944, trova che è bellissimo giocare in Oratorio dove, tra l’altro, trova tanti giochi nuovi e diversi dai soliti delle strade di paese.
Con il pieno consenso della famiglia è stato quindi l’Oratorio la chiave di tutto. Molto timido, ho fatto divertire i bulli del tempo, alcuni veramente tremendi e minacciosi.

Dalle sale e dal piazzale mi sono trovato in Azione cattolica. Non ricordo né quando, né per merito di chi. Probabilmente un passaggio tranquillo, naturale, assieme a tanti altri. Non ricordo nemmeno di essere passato dai settori “Fiamme Bianche-Fiamme Verdi-Fiamme Rosse”. Aspirante subito. Poi delegato (l’attuale “animatore”) e avanti con gli incarichi: quelli accettati e quelli affibbiati. Il trauma veramente problematico-esistenziale è venuto con il matrimonio. Uno sbandamento che abbiamo vissuto in tanti…a turno. Per quanto mi riguarda, il 12 ottobre del 1963 ero “Ju” (Giovane), il 13 ottobre (solo il giorno dopo) ero, o almeno avrei dovuto esserlo “Uomo di Azione cattolica”.
E allora? Come adesso per il post-cresima! È naturale, se non doveroso, marinare le riunioni settimanali degli “uomini”. Non mancavano mai a quelle (abbastanza frequenti) organizzate per più settori assieme. Dopo sposi s’è pù boci de prima…per en pezot.

Così, pian piano il tempo ci ha resi meno giovani e più vicini ai “vecchi” di allora. Con il passar degli anni abbiamo anche preso il loro posto. Pensando a cosa potevo dire qui in questo bel contesto, ho scoperto (anche grazie a Fabiola che mi ha obbligato a “pensare”) che l’Ac è una delle poche associazioni, forse pochissime, che non ha un suo “leader2 o fondatore di riferimento che scrive libri, che tiene convegni, che viene citato in conferenze, il cui “pensiero2 invade perfino qualche ora di adorazione. Abbiamo sì, come Angeli Custodi delle belle Sante e Santi, anche giovani, ma soprattutto siamo straricchi di uomini e donne che hanno segnato la nostra gioventù e non solo. Spesso consideriamo ciò che abbiamo dentro di buono e positivo, come frutto delle nostre capacità e della nostra personale volontà. Per esprimere personale rendo grazie al Signore, alla mia famiglia di origine che, cammin facendo, mi ha messo dei paracarri dolci e morbidi che non ho mai visto; a un sacco di sacerdoti e amici che mi hanno donato il loro tempo, le loro fatiche, la loro fantasia, la loro santa normalità.

Perché ho accettato questo incarico senza ritrosia o tentennamenti? Perché posso assicurare ai giovani e giovanissimi

 che l’Ac non brucia le giornate, le settimane, il tempo. Ti lascia spazio per un sacco di altre cose, alle quali ispira entusiasmo, senso e costanza.

Fidatevi, perché ci sono passato e sono tuttora in Ac nel gruppo “Adulti-ultra” di San Marco a Rovereto con incontri regolarissimi due giovedì al mese.
Fidatevi anche perché tenere il proprio passato come sale del presente, rende più stabile la propria vita, caccia i dubbi, rigenera entusiasmo. L’Associazione ti favorisce tutto questo. Prima ricevi, poi dai e dai con la tua personale inventiva.

Ma torniamo al tempo della semina.

1 L’Oratorio Rosmini: una carriera da matti! Da ragazzo ad “Assistente”, poi Assistente capo. Quando i laici diventavano “Assistenti”. Adesso voi giovani diventate “animatori”, e i sacerdoti Assistenti. Ce ne sono meno e li hanno promossi. In Oratorio mi sono fatto più sicuro, più “carico”. Mi hanno insegnato a conoscere il prossimo, perché è nel gioco che il ragazzo si esprime con libertà lasciando scoperto il suo carattere più genuino. E sono andato per anni a scuola di fantasia, quella che ti aiuta a vedere il sereno anche quando proprio sereno non è.

2 Il Coro: una delle tante offerte dell’Oratorio. Nel coro si lavorava sulla fusione delle voci per dare armonia e dolcezza ai suoni che daranno, nel loro bell’insieme, la melodia. È un lavoro certosino che educa, ma che si annulla senza l’ascolto delle altre voci che, con percorsi diversi cantano e giocano sugli stesi testi. Come nella vita. Cantare la liturgia è cantare la Parola di Dio. La Liturgia è l’ossatura della nostra fede; ce la mantiene viva e fresca, ce la ritorna forte.

Ma è grazie all’Azione cattolica se non ho mai abbandonato il campo dei miei tre ambiti preferiti: Oratorio – Azione cattolica – Coro e Cori parrocchiali. Anzi, ho suggerito a tanti giovani di non fermarsi ad un solo ambito, ma – nel limite del possibile – di vivere altre esperienze di vita di gruppo. L’una che completi l’altra, che soddisfino e migliorino le nostre già buone tendenze, con il punto fermo sulle priorità. Questo per avere l’occhio e il cuore aperto sulla realtà che ci circonda che n è mai esclusiva.

Sarebbe stato per me limitativo venire qui e non raccontare ques

to bel tempo di vita passata, perché lo ritengo la nobiltà e lo specchio del presente.

Lo spirito e i principi basilari dell’Ac sono sempre lì come guida e sicuro riferimento. Aggiornati nei metodi, nel linguaggio, nella comunicazione veloce, pronta, immediata. Da sempre teniamo aperto il filo diretto con la Chiesa, l’unica vera ispiratrice dia una Azione veramente “Cattolica” (termine ,questo, proprio della Chiesa cristiana di Roma: “aperta ad ogni uomo”).

Ho messo per iscritto queste mie tappe di vita per tener fede alla scaletta “Testimonianze” nella certezza – e questo mi ha aiutato molto – di essere in buona compagnia. Con molti di voi, in luoghi diversi, abbiamo sicuramente fatto gli stessi percorsi, vissuto, sofferto e goduto di chissà quante analoghe circostanze. Avremo avuto anche gli stessi sacerdoti Assistenti Diocesani, gli stessi Presidenti che, come l’attuale Direttivo, ci hanno tenuti svegli e sicuri. Ognuno, quindi, può prendersi la sua fetta di quanto ho condiviso, così da poter dire in conquistata serenità e benefica certezza:

SON DI AC E VO’ SUL SICURO!

Claudio Campolongo

Azione cattolica San Marco di Rovereto

 

L’ASPIRANTE DI A.C.

  1. l’aspirante è primo in tutto per l’onore a Cristo Re
  2. l’aspirante dona il cuore a Maria
  3. l’aspirante…vive l’attimo presente!

MOTTO DELL’INTERA A.C.

 

PREGHIERA

AZIONE

SACRIFICIO

Per quello che durerà più a lungo, per tutta la vita: il motto perenne dell’AC

PREGHIERA: specie quella “in solitaria” stanza, prati, boschi, strada, San Carlo, San Marco, Loreto (la chiesa degli studenti) è efficacissima come le chiacchierate a tu per tu.

AZIONE: – darsi una buona mossa per sé (che si trasforma in testimonianza credibile e affidabile)

  • darsi da fare per tanti altri, per le mille occasioni che potrai arricchire con la tua vivacità, fantasia, generosità
  • trasformare “compagnie” in “amicizie” belle, sode, generose

3 SACRIFICIO: se fai spazio alle prime due, la terza non tarderà ad arrivare. L’attesa, la ponderazione, la scelta o…il rinvio o…la rinuncia per mete più meritevoli per te o per altri. È un allenamento che non troverai in nessuna Società Sportiva. Buon cammino!

(dedicato al nipote in occasione della Cresima)