La biblioteca di Azione cattolica, aperta a tutti negli orari d’ufficio, si compone anche di una sezione dedicata alle biografie. L’ultimo libro entrato a farne parte, edito dall’editrice AVE, riprende gli scritti di don Primo Mazzolari.
Il libro, curato da Paolo Trionfini, si intitola – Primo Mazzolari – “Tempo d’amare” scritti sulla stampa dell’Azione cattolica – e rappresenta un modo originale per scoprire il pensiero di questo sacerdote: andare a ritroso nel tempo e recuperarne gli scritti. In questo caso la selezione è stata fatta a partire dalle sole riviste dell’Azione cattolica ma già questo ambito, seppur minimo, permette di scoprire la forza dirompente di Mazzolari.
Sacerdote nell’Italia del primo cinquantennio del ‘900, cappellano militare durante la prima guerra mondiale, poi
parroco a Cicognara e, dal 1932 a Bozzolo, come filo conduttore della sua vita, accompagna, sprona, conduce fuori
dalle paludi del pensiero comune, entra nella complessità del presente. Non si adagia davanti alle vicende locali e nazionali e invita chi lo ascolta a fare altrettanto: a partire dalla Luce del Vangelo. L’imperativo dell’Amore viene coniugato negli stimoli ai letterati, ai fanciulli, ai padri e madri di famiglia, ai contadini, agli studenti, ai lavoratori. Ha una parola per ogni persona che incontra: ad ognuno propone un passo avanti di profondità interiore e di lettura del mondo esterno.
Nell’articolo “Cristo tra i minatori” ne esce il racconto di un sacerdote che si fa minatore per condividere fino in fondo la situazione dei sui figli e che, proprio perché minatori, riconoscendo le mani sporche e rovinate come le loro, finalmente riscoprono il Cristo che si fa uomo e condivide, con l’uomo, vita e fatica. E allora, solo allora, l’Annuncio è ascoltato e si fa Speranza. Anche il breve messaggio per la Pasqua, scritto sulla rivista della FUCI nel 1941 sembra scritto per noi: propone di verificare se le “carte sono in regola”, come cristiani, come galantuomini e come cittadini. E infine, in filigrana in molti scritti, l’invito a capire, conoscere, non soccombere sotto il gioco dei “padroni” [ogni epoca ha i suoi]. Una insistenza genuina sulla necessità di riscatto rispetto all’ignoranza che fa subire e vivere senza consapevolezza. Anche noi, oggi.