Sotto il cielo

Cover_Cielo1_medL’inizio di un nuovo anno è una buona occasione per rimettersi in gioco, anche nella vita spirituale. “Sotto il cielo” è un libro che, con lo stile del dialogo, vuole aiutare a ritrovare o rafforzare il filo della propria vita di fede.

Non c’è una strada univoca per vivere spiritualità. Don Sebastiano Pepe, l’autore di questo libro ne è cosciente e per questo entra in argomento proponendo un dialogo. Invece di leggere un trattato sulla “gestione dell’anima” troviamo piccole risposte a grandi domande. Le domande che ognuno si è posto, o che avrebbe voluto porsi.

Questa lettura è interessante per riappropriarsi di uno stile: ritrovare il dialogo, la capacità di rimettersi in discussione anche davanti alle nostre certezze di fede; ritrovare il dialogo come modo di avvicinarsi all’altro e all’Altro. Il dialogo fa fare fatica ma entra nel profondo: impone di elaborare una domanda, impone di trovare una risposta adeguata ad una situazione, ad una persona, ad un momento specifico. Il dialogo, allora, come stile della quotidianità, come occasione di crescita anche nella fede.

Il libro prova proprio questo esperimento. In un dialogo immaginario il discepolo pone le domande e il maestro risponde. I limiti sono molti ed evidenti. Ma vale la pena entrarci per poi impossessarsi del metodo e aprirci al nuovo anno e maturare qualche punto interrogativo, consolidare qualche certezza e, soprattutto, rafforzare i legami con persone con cui condividere questo percorso.

L’autore, tra domande e risposte, affronta i temi classici della vita nello spirito, quelli che a volte si affrontano in sede di direzione spirituale. ”Vogliamo parlare un po’ di spiritualità?” è la domanda di apertura, per affrontare le realtà del corpo, dell’anima, dello spirito. “”Perché facciamo resistenza ad entrare dentro e rimanere con noi stessi?” per parlare della fatica/meraviglia di sapersi accogliere per quello che si è. “Sembra che tutto dipenda dal conoscere se stessi!” per parlare di perdono, di consapevolezza di sé. E infine, dopo molti altri spunti di pensiero, un interrogativo che porta con sé una risposta che è un augurio. “Cos’è l’arte di vivere?” è scoprire che la vita è danza ed è perfetta quando chi la compie sente non di stare danzando ma di essere danzato.