Senza false frontiere

Voglia di fratellanza

Senza false frontiere: un libro molto documentato e frutto di esperienze “sul campo” ci invita a cambiare prospettiva sul tema delle frontiere e, più in profondità, a cambiare la nostra visione del mondo.

Sandro Calvani è una sicurezza: da sempre impegnato in prima persona sulle tematiche complesse dello sviluppo dei Paesi poveri, delle migrazioni nel Mediterraneo e dell’accoglienza degli stranieri (fin dalla fine degli anni ’70, quando ancora non erano temi all’ordine del giorno) ci offre in questo libro pagine illuminanti, che fanno riflettere sul tema delle frontiere e delle divisioni tra i popoli: « ho scelto di rinunciare a tante analisi dettagliate… Racconto di fatti che fanno capire le situazioni, cosa la gente sta vivendo, come vorrebbe cambiare per sentirsi meglio in mezzo agli altri e più a proprio agio con la gente diversa».

In Senza false frontiere non cerca quindi di spiegare come vanno o non vanno le cose del mondo, o chi ha torto e chi ha ragione; gli interessa di più favorire la comprensione, aiutare a capire prima che risolvere, a capire di più la complessità in cui siamo immersi.

copertina Senza false frontiereL’opera più urgente per i nostri tempi è proprio quella di liberare lo sguardo dalle falsità e dai pregiudizi: «viviamo imbottendoci la testa e il cuore di percezioni errate, cioè di falsità che ci fanno affogare ogni giorno in paure più profonde, che molti non riescono nemmeno a riconoscere e definire».
E sembra – dice l’autore – che gli italiani siano il popolo con le percezioni più sbagliate al mondo, primi in classifica per illusioni e false credenze.

Il libro di Calvani ci invita a non diventare e restare signori delle divisioni, rese possibili e legalizzate dalle frontiere tra i popoli e le nazioni. Si tratta di “sciogliere” in qualche modo le frontiere: ci sono frontiere false, e sono quelle che separano, non mettono al riparo dai cambiamenti del nostro tempo, non imparano uno sguardo positivo sul mondo, non preparano a relazioni nuove, rendono diseguali le persone che in natura hanno gli stessi diritti e lo stesso valore.
E poi ci sono le frontiere vere, paragonate a membrane che permettono un passaggio e una comunicazione, come una osmosi – per dirla con la scienza – dove tutto attraversa e nulla si ferma.

Ecco, le nuove frontiere a cui tendere «tra idee e culture lontane, tra specie diverse, tra generi e generazioni, tra i popoli e tra le scienze devono diventare come la frontiera tra il mare e la terra su una spiaggia, sempre fluide, aperte ed entusiasmanti da attraversare».
È il sogno di una società aperta e collaborativa, che è la struttura portante di quelle nazioni considerate come le più avanzate, giuste e felici.
È il sogno di un mondo in cui ognuno, in ogni luogo, si senta come a casa propria.

Alessandra