Sentirsi amati

Sentirsi amati 
La vita spirituale nel mondo secolare

«Figlio, qualsiasi cosa accadrà nella tua vita, sia che tu abbia successo o no, sia che tu divenga importante o no, che tu abbia salute o no, ricordati sempre quanto tua madre ed io ti amiamo».
(Benedizione da parte dei genitori durante il Bar Miswah, cerimonia ebraica)

Le riflessioni dell’incontro di spiritualità in preparazione alla Pasqua mi hanno riportato alla memoria “Sentirsi Amati. La vita spirituale in un mondo secolare” di Henri J. M. Nouwen, tradotto in italiano dall’editrice Queriniana di Brescia nel 1993.
Il libro è una lunga lettera tra l’autore e l’amico che gli aveva chiesto aiuto per trovare degli spunti di approfondimento per chi non ha dimestichezza con la teologia e vuole vivere la spiritualità nella vita quotidiana. Il contenuto del libro non soddisfò l’amico, che lo ritenne per “per addetti ai lavori” i quali, da parte loro, invece, lo apprezzarono, insistendo con la pubblicazione. Nouwen nella lettera-libro si focalizza sull’importanza che ha avuto per lui sentirsi amato da Dio e propone quattro termini per comprendere questa sua condizione: scelto, benedetto, spezzato, dato.
Viene alla mente il pane, ma anche la vita di Gesù. L’autore va oltre: sostiene come questo percorso, totalmente divino e totalmente umano, da scelto a dato, rappresenta i modi per divenire e scoprirsi gli Amati da Dio.
Le giornate degli Esercizi spirituali di Arco mi hanno stimolato la rilettura del capitolo della benedizione. Nel libro il tema è sviluppato senza i riferimenti teologici che ci ha regalato suor Chiara, ma con il riconoscimento della necessità per ognuno di ricevere bene-dizioni: che si dica bene di noi. L’invito che Nouwen fa per diventare persone capaci di ricevere e di donare benedizioni è di regalarsi momenti di preghiera e di presenza attiva. La preghiera, perché essa è l’azione concreta di ascolto della voce dell’Amato e la presenza attiva perché permette di essere vigili rispetto alle situazioni della vita (ci sarà poi il capitolo “spezzati” per far emergere le fatiche e le difficoltà!).
Bella, infine, l’immagine che la benedizione sia contagiosa: sentirsi benedetti e amati porta con sé il desiderio di benedire e di amare, non solo il mondo intero, ma il fratello che mi vive accanto.