Segno dicembre 2016

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E’ online il numero di dicembre della nostra rivista nazionale “Segno“.

Oltre ai temi associativi, nella rivista trovi anche approfondimenti su: barriere architettoniche, dislessia, integrazione tra i popoli grazie alla cucina, la coscienza civica, l’emigrazione degli italiani, la discriminazione in Pakistan; la presentazione del nuovo libro di mons. Galantino “Beati quelli che non si accontentano” edita da Ave, una riflessione sul libro Ave sulla spiritualità laicale “Cittadini di Galilea” e la recensione di altri testi Ave; approfondimenti ecclesiali sull’essere Chiesa in uscita, sull’offerta per il sostentamento del clero, sul “fare misericordia”.

L’Associazione sta affrontando, a livello parrocchiale e poi diocesano, il percorso verso la XVI Assemblea nazionale. Il dossier di questo numero racconta questo cammino. Il 29 aprile 2017 tutti i soci sono attesi a Roma per l’incontro con papa Francesco. E stanno per decollare le celebrazioni per festeggiare i 150 anni della nascita dell’Azione cattolica.

Una grande festa da condividere insieme: l’incontro nazionale con Papa Francesco a Roma il 29 aprile 2016

Tutti i soci dell’Azione cattolica sono invitati a un appuntamento a cui non possono mancare: l’incontro con papa Francesco in piazza San Pietro il 29 aprile 2017. Un momento in cui raccontare al Santo Padre, alla Chiesa e al paese il bene e il bello che l’Ac ha fatto, fa e continuerà a fare nelle chiese locali e nei territori. Un momento in cui bambini, ragazzi, giovani, adulti e adultissimi si incontreranno insieme per sottolineare ancora una volta l’importanza della intergenerazionalita nell’associazione.

Il centocinquantesimo anniversario della fondazione rappresenta un’occasione importante per riflettere sul significato di un’esperienza che ha accompagnato l’esistenza di decine di milioni di persone formandole alla fede e alla responsabilità, ha concorso in modo decisivo a far maturare la consapevolezza del ruolo dei laici nella missione evangelizzatrice della Chiesa e nella vocazione alla cura del mondo e ha rappresentato un modello di aggregazione per tanti altri soggetti collettivi, non solo ecclesiali.

Tutte le parole dell’Adesione: L’adesione all’Ac è innanzitutto una scelta di condivisione di vita. Aderire all’Azione Cattolica significa scegliere di camminare insieme con altri, ragazzi, giovani e adulti, mettendo in dialogo le generazioni, gli stili e le esperienze di vita, le gioie e le preoccupazioni quotidiane, nella consapevolezza che una vita condivisa è una vita moltiplicata. In questo senso, l’adesione all’Ac è una scelta all’insegna dell’unitarietà – parola forse complessa, che dobbiamo però riscoprire e testimoniare – che dice il nostro desiderio di sincronizzarci sul ritmo dell’altro, cambiare il punto di vista, uscire da noi stessi per metterci al passo di chi ci sta al fianco. In un tempo come il nostro, troppo spesso segnato dal rischio di anteporre l’interesse individuale al bene comune, scegliere l’Ac significa ridare senso allo stare insieme, in famiglia, nella comunità cristiana, nelle organizzazioni civili e sociali e nella Chiesa, anche a partire dalle differenze che ci caratterizzano.

In quest’ottica, possiamo anche dire che l’adesione all’Azione cattolica è una scelta di responsabilità, nella consapevolezza che ciò che ci circonda non è nostro e che la vita delle comunità parrocchiali, delle Chiese locali e della Chiesa tutta, così come dei territori in cui abitiamo, del Paese e del mondo intero è anche nelle nostre mani. Scegliere l’Azione cattolica significa allora avere il cuore inquieto – che poi è un cuore che batte, come quello degli innamorati – per ciò che ci sta attorno e le mani operose, che si danno da fare in quei piccoli gesti quotidiani che hanno la forza di cambiare le cose.

In questo anno assembleare, poi, l’adesione all’Azione cattolica ci ricorda che ci sono tempi nella vita nei quali dobbiamo avere il coraggio di dire sì alla responsabilità, perché tocca a noi prenderci cura di un pezzetto, piccolo o grande, del terreno buono su cui seminiamo la vita associativa. Le assemblee parrocchiali e diocesane, così come la prossima Assemblea nazionale, possono essere davvero il luogo dove sperimentare quel valore autentico per le nostre vite della presa di responsabilità verso i fratelli e verso l’Associazione: tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo. Qualcuno di noi, assumendo sulle spalle un impegno per gli anni a venire, nei consigli e nelle presidenze, altri sostenendo questo stesso impegno, chi portando idee e tempo, chi semplicemente con una parola buona o una preghiera.

È questo nostro impegno, così come quello di chi ci ha preceduto, che vorremmo portare davanti a papa Francesco il prossimo 29 aprile. L’impegno di chi, con la semplicità della vita quotidiana, rinnova ogni giorno il proprio sì alla Chiesa, con la preghiera, il servizio, la formazione e la carità. A papa Francesco vogliamo ribadire il nostro sì convinto ad essere Chiesa in uscita, attenta ai poveri e agli ultimi, capace di misericordia, abitante delle periferie.

In fondo l’Azione cattolica è davvero una bella storia! È una storia che da centocinquant’anni fa battere il cuore a migliaia di persone in Italia e nel mondo. Quanto sarebbe bello se per prepararci al centocinquantesimo compleanno dell’Azione cattolica potessimo rileggere le nostre storie personali e quelle delle nostre comunità all’interno della vita dell’associazione, per cogliere non solo quanto di bello e di buono negli anni è stato fatto per la chiesa e per i nostri territori, ma anche e soprattutto quanto ciascuno di noi ha ricevuto da questa bella storia! I volti felici dei ragazzi dell’Acr, l’impegno gratuito di tanti educatori, le amicizie solide che solo i giovanissimi sono capaci di stringere, le scelte di vita autentica dei giovani, le storie d’amore che nascono e crescono in associazione, l’impegno degli adulti nel lavoro e nella vita civile, l’attaccamento degli anziani alla vita associativa e la costante preghiera che dedicano all’Azione cattolica dicono quanto bene l’associazione abbia fatto e continui a fare nelle storie personali di ciascuno; nonostante le difficoltà – che ci sono e ci saranno sempre – o forse proprio a partire da queste.

E ciascuna di queste storie, ciascuna storia che in centocinquant’anni ha incrociato la vita associativa, ha contribuito a fare dell’Azione cattolica italiana, davvero, una bella storia!