Samuel Ruiz

«I vostri popoli sono stati incompresi ed esclusi dalla società. Alcuni hanno considerato inferiori i loro valori, la loro cultura, le loro tradizioni. Altri, ammaliati dal potere, dal denaro e dalle leggi del mercato, li hanno spogliati delle loro terre o hanno realizzato opere che le inquinavano». (Papa Francesco, Chiapas, 15 febbraio 2016)

Una lettura che allarga lo sguardo quella di questo libro di poco meno di 100 pagine, scritto per far conoscere la figura di Samuel Ruiz, Vescovo di Las Casas, Messico, in occasione della proposta di candidarlo, nel 1994, al Premio Nobel per la Pace. Un racconto allo stesso tempo emozionante e impegnativo. Emozionante perché, come agilmente riepilogato nei primi due capitoli del libro [Girardi G., Grossi A., Tosolini A.; ed. ALFAzeta, 1996], il destino di un popolo, dal 1° gennaio 1994, subisce uno scossone e le azioni di pochi saranno decisive nell’evoluzione della situazione. E allo stesso tempo anche impegnativo, perché la storia di un popolo con un passato di oltre 3000 anni è difficile da riassumere e comprendere. Il Vescovo Ruiz, lo si legge nei suoi scritti inseriti nel terzo capitolo, ha raccolto l’eredità storica, indigena del suo popolo, riscattandola con quel nuovo vento dello Spirito con cui il Concilio Vaticano II aveva permeato la sua formazione; con la scelta preferenziale dei poveri, una scelta di evangelizzazione non a prescindere dai popoli da evangelizzare ma proprio a partire da loro, dalle loro storie e tradizioni, dalla loro cultura millenaria. Non è stato facile per il Vescovo vivere questo suo restare radicato nella realtà in cui era stato inviato. Ha significato incomprensioni anche con la Santa Sede oltre che con i potenti del mondo, ma non ha rallentato il suo impegno, che ha accompagnato il processo pacifico di rivendicazione di diritti sociali, sanitari, economici, culturali, religiosi, sostenendo un lungo percorso di confronto, dialogo, cammino paziente per aiutare i popoli a riconoscere i loro valori originari e a coltivarli per progredire nella storia del paese. Nel 2011 mons. Samuel Ruiz è deceduto, ma le sue parole sono ancora profetiche, anche in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia, in tema di rispetto dei popoli e delle Storie locali e per come la globalizzazione, quando impostata per motivi economici, sia sinonimo di disagi sociali, di conflitti che, per il guadagno di pochi, rischiano di mettere in pericolo la vita di interi popoli.