Per questo mi chiamo Giovanni

Una proposta di lettura per ragazzi che narra della vita di Giovanni Falcone: una occasione anche per gli adulti, per non dimenticare un importante scorcio della nostra storia.

Tutto ha inizio da un episodio di bullismo a scuola: una spinta, una caduta, merendine che vengono regolarmente sottratte. Ragazzate. Ma quando a subirle sono solo alcuni e a organizzarle sono sempre altri, le ragazzate si trasformano in atti di arroganza: in soprusi, in ingiustizia. Questo contesto è l’occasione narrativa per raccontare di una giornata speciale, il 23 maggio, quella del decimo compleanno di Giovanni, ragazzo palermitano, che, accompagnato dal suo papà, esplora Palermo e scopre la storia di Giovanni Falcone e della lotta alla mafia a cui il magistrato lavorò tutta la vita e fu causa della sua morte proprio in quel giorno, dieci anni prima. La storia ha quindi inizio con il bimbo, Giovanni Falcone, che appena nato non piange ma tiene i pugni chiusi e la sorella aggiunge, inoltre, che dalla finestra di casa sia entrata una colomba: come a dire che la pace non arriva per conto suo, bisogna sempre conquistarla e difenderla, a volte anche con la forza. Nella sua gioventù, dopo essere diventato magistrato, Giovanni incontra da vicino la mafia, ne intuisce con precisione i meccanismi, le logiche, i linguaggi, i riti. A Trapani, a Palermo, a Roma. La vita di Falcone è una vita in trappola. Sempre scortato, poche occasioni di vita sociale; coltiva addirittura l’idea di non sposarsi per non coinvolgere altri in questa sua scelta radicale. Ma poi conosce Francesca, collega in tribunale. Al cuore non riesce a comandare e così trova una fedele compagna, fino alla morte, con cui condividere la sua scelta di lotta in prima linea contro la mafia. Tappa della giornata del viaggio narrativo sulle strade di Palermo è via Notarbartolo 23. La casa di Giovanni e Francesca nel cui giardino, dopo l’attentato, si è avviato un pellegrinaggio laico a un albero che  accoglie i messaggi che lasciano le persone sensibili alla lotta alla mafia e ai soprusi. Molte di loro, pur avendo sentito parlare di tutto questo solo da lontano sanno che scelte personali coerenti anche nelle piccole cose, insieme a un impegno stabile dello Stato, possono contribuire a trasformare la realtà rendendola un luogo migliore per la vita di tutti.