Narrare per il bene dell’uomo

dalla recensione pubblicata su Camminiamo Insieme settembre 2025

L’editrice Ave ha pubblicato quest’anno un “piccolo dizionario dell’agire etico”; lo colloca sotto l’etichetta dell’AI (intelligenza artificiale); ma a parte un piccolo capitoletto sulla comunicazione digitale, possiamo leggere il testo come “cassetta degli attrezzi” per muoverci nel mondo dell’informazione e della comunicazione. Allo stesso tempo, è un potente esame di coscienza del nostro stile di relazione con l’altro, e smuove la nostra responsabilità, soprattutto nel caso siamo genitori, educatori, formatori, persone che desiderano «mettere in comune (comunicazione) tessendo relazioni e dare forma (informazione) “ordinando” ciò che avviene».

Il libretto “AI confini della comunicazione” è scritto dal direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI ed è costellato da perle da assaporare, raccogliere e infilare una di seguito all’altra; intesse i discorsi di Papa Francesco con approfondimenti culturali e filosofici, ma quasi di sfuggita, come per dare più sapore e spiegare meglio le 24 parole scelte, in cui si intrecciano altre parole che possiamo tradurre come responsabilità personale, accompagnamento culturale, educazione e formazione… cura dell’anima, insomma.

Si tratta di «posizionare la segnaletica» per un cammino verso la relazione con l’altro (bellissimo il paragone con il viaggio di Ulisse, che traduce le insidie in rischi e valori per il nostro tempo!): la persona al centro, la coscienza personale da affinare, l’ascolto e il silenzio come punti di partenza, il linguaggio «autentico, leggero, libero, purificato»; la creatività, l’audacia, il rispetto, la tenerezza, la reciprocità, le alleanze educative, la pazienza, il timore, la semplicità….

Non sono paletti per chi comunica e/o per chi è destinatario dell’informazione: sono sfumature di umanità bella che si mette in gioco per il bene dell’altro, per costruire insieme «una rotta… che permetta il rimpatrio».

In definitiva: «che bello sarebbe se ogni volta che poggiamo le dita sulla tastiera del pc o su uno smartphone pensassimo al volto della persona cui ci rivolgiamo… e, allo stesso tempo, che in quel preciso istante stiamo costruendo una comunità».

Anna