Lettere alla madre di una migrante in fuga – Dall’Etiopia a Roma
Il “libro di ottobre” è un volumetto edito da Terre di Mezzo che narra di una testimonianza “eccezionale e attualissima”: la storia di Simret, giovanissima migrante in cammino verso l’Italia.
Addis Abeba, Khartoum, l’Oasi di Cufra, Bengasi, Tripoli, Lampedusa, Roma: 7 città, di cui le prime collocate in luoghi imprecisati del Nord Africa, sono i luoghi toccati nell’anno di viaggio di una ragazza di nome Simret, accompagnata, fino in un punto impreciso del deserto libico, anche da sua madre. Un viaggio necessario, per sfuggire al razzismo, dato che tra etiopi ed eritrei non correva buon sangue alla fine del 2000. Un viaggio difficile, costellato di solitudine, cattiveria dell’uomo, povertà, malvagità, dove, fortunatamente, si intravvedono anche barlumi di speranza, segni di umanità, occasioni di gentilezza.
Tutto questo emerge dal racconto diretto di Simret. Il libro è il suo diario di viaggio fisico ed emotivo allo stesso tempo, 22 brevi lettere alla madre deceduta lungo il viaggio e scritte per tenerne vivo il ricordo.
Come spiegano i curatori del libro nella prefazione, Michele Colloca e Mussie Zerai Yousief, la storia di Simret è unica, perché unica è la vicenda di ogni essere umano. È proprio lei che ha abbandonato la sua terra, lasciato gli affetti, perso la madre nella fuga. Ora, fortunatamente, Simret sta bene: vive e lavora a Roma.
La sua storia però, allo stesso tempo, assomiglia a quella di migliaia di persone. «Un viaggio che parte dall’impossibilità di intravvedere un futuro nel proprio Paese. Un viaggio senza biglietto e senza ritorno… sopportando soprusi e violenze, per poi arrivare in un Paese sconosciuto e scontrarsi con la delusione perché tutto è diverso rispetto a quanto sognato, desiderato».
Ogni giorno siamo bombardati da cifre e statistiche: non accontentiamoci di parlare di “problema dei migranti”: recuperiamo l’atlante geografico, cerchiamo i nomi di quelle 7 città e di quelle vicine. Chiudiamo gli occhi e immaginiamo un viaggio… proprio quel viaggio.
In questo ottobre missionario, sarà il primo passo di tanti già individuati, per iniziare a rimettere le cose a posto.
Roberta Villa