L’accordo Cina – Santa Sede sulla nomina dei vescovi

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VATICANO-CINA/ “Così due mondi diversi si sono incontrati” (da www.ilsussidiario.net)

Una notizia bella e formidabile: l’accordo tra Cina e Santa Sede per la nomina dei vescovi.
Dal 1949 epoca di insediamento in Cina di del regime comunista di Mao che costrinse la comunità cristiana alla persecuzione, diaspora, nascondimento, la Chiesa di Roma ha cercato e sperato in un vero rapporto-accordo con il governo cinese. Finalmente è successo (vedi articolo sotto). Circa 20 milioni di cattolici cinesi hanno una strada aperta e un futuro più certo. Papa Francesco e con lui tutta la Chiesa cattolica gioiscono oggi di riallacciare ufficialmente un ponte con la nazione più popolosa del mondo (1.385.000).

Cina–Santa Sede: Un accordo storico
22 settembre 2018 – di: Francesco Sisci (editorialista de Il Sole 24 ore)

Nei secoli a venire, poche cose resteranno incise più duramente nella memoria dell’Accordo fra Cina e Santa Sede del 22 settembre.
L’accordo riguarda anzitutto la divisione della sfera di interessi in Cina fra politica e religione. Costituisce inoltre un aiuto a una prossima modernizzazione della Cina.
Ma probabilmente è anche un passaggio rilevante per gli antichi turbolenti incontri fra Est e Ovest. Il vaticano è molte cose, ma è la continuità storica di migliaia di anni della civiltà occidentale.
Il governo cinese a sua volta è la continuità di tre millenni di storia. La normalizzazione comprende anche che per la prima volta queste due civiltà, due storie millenarie si trovino ad un incontro fra pari per la prima volta, in pace, senza la minaccia della guerra o i piccoli calcoli del commercio.
Queste considerazioni superano di gran lunga tutti gli altri elementi che sono e sono destinati ad essere molto controversi, ma che pure saranno riveduti nel tempo, come afferma l’Accordo.
Le due parti hanno mostrato grande coraggio e capacità di visione, rimuovendo secoli di reciproco sospetto e abbracciando un futuro che è aperto e tuttavia molto incerto.
Il presidente Xi Jinping per la prima volta ha constatato e riconosciuto il ruolo della Chiesa in Cina, e a papa Francesco e al suo segretario di Stato Pietro Parolin sarebbe per la prima volta consentito ufficialmente e pacificamente di entrare in Cina in un momento storico molto delicato.
I venti della guerra commerciale e persino della guerra fredda stanno soffiando forte in Cina. La Cina non è più il sogno rosa della stampa internazionale.
Molti sono scettici e diffidenti riguardo alla direzione che sta prendendo la Cina. Quindi è ancora più importante che proprio in questo momento la Santa Sede possa intervenire e portare aiuto nel mezzo di quelle tensioni.
I prossimi passi sono difficili da supporre, ma il recente annuncio della visita papale in Giappone l’anno prossimo è un’indicazione. Andando o tornando dal Giappone nel 2019, il papa potrebbe forse anche andare in Cina.