L’Ac di domani

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L’AC di domani (secondo me)

Tanti ci chiedono qual è oggi il ruolo dell’Ac nella Chiesa e nel paese. Spesso rispondiamo riferendoci al nostro ruolo nel passato, al contributo dell’Ac nello sviluppo del paese, ma poche volte diciamo chiaramente come vorremmo l’Ac di oggi e di domani. Ecco una mia sintesi personale.

Un’Ac che ascolta e dialoga. Soprattutto con la società civile e tutti quelli che ne fanno parte, senza distinzione di colore, di fede e di pensiero.

Un’Ac che guarda al povero. Che non viva mai serena sapendo che alle nostre porte bussa il bisognoso. Che non si chiuda nelle sacrestie soddisfatta di sé.

Un’Ac che non lascia indietro nessuno. Specialmente gli anziani e poi i ragazzi, in cui sempre meno credono e che sanno essere parte tanto viva e feconda dell’associazione.

Un’Ac aperta, dove tutti si sentano accolti senza pregiudizi.

Un’Ac esigente che non abbia paura di proporre una vita cristiana alta e una forma di associarsi solida.

Un’Ac senza paura, che non tema di essere più piccola di una volta e non si ripiega, ma guarda avanti con fede e coraggio e racconta che un’Italia diversa è possibile, che ci faccia orgogliosi di noi stessi e del nostro paese.

Francesco Vedana

(delegato Ac Triveneto)