Sabato 18 maggio a Montagnaga di Pinè si è svolta l’ultima giornata di spiritualità dell’itinerario “La preghiera dialogo d’amore“; per concludere il percorso sul tema “La preghiera di lode e di ringraziamento” abbiamo scelto di sostare nel luogo mariano della Diocesi, affidando alla Madonna i frutti del nostro cammino annuale.
Al mattino l’assistente diocesano don Giulio Viviani ci ha guidati nella meditazione, partendo dalla lettura del Vangelo di Luca 10, 17-24:
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse loro: “Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono”.
Citando qualche breve riferimento ai testi che hanno accompagnato le rifessioni (“Le vie della preghiera” di Alessandro Barban, “L’alfabeto della preghiera è quello dell’amore” di mons. Gualtiero Sisismondi e “A causa di Gesù e del Vangelo” dei Piccoli Fratelli di Jesus Caritas) e qualche passo di papa Francesco, ci ha aiutati a capire che la lode nasce dall’ascolto di un messaggio di cui si vede il compimento; che la lode è più grande del ringraziamento per un dono ricevuto: è riconoscenza e adorazione, è riconoscersi piccoli ma salvati per amore; che lodare è onorare ed esaltare, è bene-dire Dio; che la gioia è l’undicesimo comandamento.
La meditazione di don Giulio Viviani
Nel pomeriggio, presso la cappella di Cristo Redentore accanto alla Comparsa, il rettore del santuario don Piero Rattin ci ha raccontato la storia della devozione alla Madonna di Pinè, proponendoci poi una lectio sulla preghiera mariana.
Pregare con Maria è pregare con i suoi stessi sentimenti: il turbamento, l’oscurità interiore, la perplessità, la paura, la preoccupazione, lo stupore, la meraviglia, la gioia e la riconoscenza.
Tutto questo si intesse come un mosaico di preghiera nel Magnificat, che canta la gioia della fedeltà del Signore: gioia collettiva dei poveri, gioia dei convertiti della prima comunità cristiana, gioia personale di Maria. Celebra l’azione di Dio nella storia, campo di tensioni e contraddizioni trasformato dalla misericordia. E’ il cantico di tutta la Chiesa, professione di fede e impegno a schierarsi dalla parte dei poveri, che è la parte di Dio.
Grazie ai partecipanti, che hanno reso ricco e intenso il percorso; a don Giulio per la passione con cui sempre ci accompagna e ci svela la bellezza della presenza e dell’amore di Dio; alle realtà di preghiera diocesane che abbiamo incontrato e con cui abbiamo pregato come comunità: la fraternità di Pian del Levro, i frati cappuccini di Arco, i frati francescani di Mezzolombardo, la Diaconia della Fede di Villa Sant’Ignazio, il Gruppo Samuele di Sanzeno e, con don Piero Rattin, la comunità diocesana.