La fraternità, perché?

Il titolo del breve libro di Edgar Morin, “La fraternità, perché? Resistere alla crudeltà del mondo”, fa pensare che una nuova fraternità sia quanto mai necessaria, per evitare che la nostra società – continuando ad affidarsi esclusivamente a scienza, tecnica ed economia – si smarrisca definitivamente.

Morin (sociologo e filosofo francese tra i massimi intellettuali del nostro tempo) dice che la fraternità è «fragile, va continuamente custodita e rigenerata perché non degeneri; (…) giacché senza posa essa è minacciata dalla rivalità». In ogni società è infatti naturale la convivenza tra tensioni contrastanti che non si possono eliminare – l’autore cita a tal proposito il filosofo greco Eraclito: “Concordia e Discordia sono padre e madre di tutte le cose”. Se pensiamo alle nostre vite, se leggiamo un giornale, se riflettiamo sulla concretezza della vita umana nel corso dei secoli saltano subito agli occhi le opposte spinte di individualismo e solidarietà, della  disumanizzazione provocata dalla sola ricerca del profitto e dell’opposto tentativo di restituire dignità e umanità.
Predazione e distruzione, riflette l’autore, stimolano la creazione di associazioni che le contrastino: la solidarietà nasce proprio dalla resistenza alla crudeltà. Certo, la fraternità non è imponibile per legge – ma la sua origine è all’interno dell’uomo, nell’istinto che fin dalla nascita porta ciascuno a cercare relazione.
Occorre allora un ulteriore scatto di consapevolezza, dal momento che viviamo un paradosso: proprio oggi che le sorti dei popoli, delle economie, della salute di tutti sono interdipendenti assistiamo a un ripiegamento su se stessi dei vari gruppi etnici, religiosi, nazionali. È necessario invece che prendiamo coscienza della «comunità umana di destino (…): tutti gli esseri umani mortali, e questa mortalità comune dovrebbe ispirare una mutua fraternità di compassione». Dobbiamo allora sostenere e sviluppare quelle che Morin chiama “oasi di fraternità” (siano esse vere e proprie comunità ma anche semplici comportamenti quotidiani attenti all’economia solidale, all’ambiente, alle fasce deboli della popolazione), nutrendo la coscienza dell’umanità. La fraternità «deve diventare scopo senza smettere di essere mezzo (…), deve diventare il cammino dell’avventura umana».