Riflessione a cura dell’Assistente diocesano in occasione della Festa dell’Adesione di Azione Cattolica – 8 dicembre 2016
“RALLEGRATEVI ED ESULTATE” (Mt 5, 12)
Non ci ha fatto certo un buon servizio, in questo caso, il grande San Girolamo quando in una grotta vicina a quella della nascita di Gesù a Betlemme ha tradotto dal testo greco del vangelo di Luca con il saluto latino “Ave” le stupende e significative parole con cui l’Arcangelo Gabriele si è rivolto alla vergine Maria nella sua casa di Nazareth. Il testo greco dice infatti: ”Rallegrati, tu che sei la Piena di Grazia” (Ave, gratia plena; Ave, Maria, piena di grazia)! In quelle semplici parole era già descritta non solo la persona di Maria, l’Immacolata, appunto la “Piena di Grazia”, ma anche l’opera meravigliosa e prodigiosa di Dio. La vergine di Nazareth è colei che è invitata a gioire, a rallegrarsi, perché Dio è veramente con lei, perché lei è come una nuova Eva, inizio di una nuova creazione, di una nuova umanità libera dal peccato. È bello che la prima parola di Dio all’inizio del Nuovo Testamento sia proprio l’invito a rallegrarci, ad esultare perché lui è con noi.
La prima reazione di Maria a quel saluto, a quell’annuncio, è quella di non comprendere quel messaggio e avere un po’ di paura di fronte a quel progetto. Così la seconda parte del saluto dice esplicitamente: “Non temere!”. Il timore, infatti, insieme alla gioia, è sempre la prima reazione umana di fronte ad una sorpresa ad una novità. Chi è nella gioia, però, non ha più paura, ha vinto il timore. “Non temere”, “Non abbiate paura”: è una frase che risuona lungo tutto il Vangelo – dalle annunciazioni al Natale e fino alla Pasqua – come invito a mettersi davanti al Signore, per riconoscere la sua presenza, per ascoltarlo in un silenzio attento, accogliente e attivo. Noi quelle parole, le abbiamo ancora nelle orecchie e nel cuore, come un grido, fatto proprio fin dai giorni di inizio del Pontificato da San Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà! Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!”. Parole che fanno risuonare dopo duemila anni l’eco del discorso della Montagna di Gesù con le Beatitudini e la loro splendida conclusione a gioire e ad esultare: “Rallegratevi ed esultate” (Mt 5, 12).
L’evento dell’Annunciazione ci presenta ancora il cammino interiore di Maria verso la pienezza della gioia: “Come avverrà questo?”. Nel dono del suo Santo Spirito, Dio è con te: è la risposta dell’Angelo. Così anche per noi: Dio è con te, e con noi! Dio ci ama come un padre. Il pericolo è di opporre alla sua iniziativa una falsa fiducia e una mancanza di fede. Maria dice il suo “Eccomi”, modello ed esempio per noi, perché diciamo come lei e come Gesù nell’Incarnazione: “Ecco, io vengo”. In Maria si compie quello che si è compiuto anche nel Figlio di Dio. Questa è la meta della nostra conversione, di ogni conversione: “Ecco io vengo, Signore, per fare la tua volontà”. Questa è la via della Beatitudini.
In Maria l’umanità ha detto il suo “sì”, si è convertita. Da quel momento anche per noi è possibile la conversione, la gioia, il guardare a Dio senza paura, senza timore. Anche noi siamo stati resi beati e santificati in Cristo Gesù, l’uomo perfetto.
Convertirci come e con Maria è ormai possibile a tutti, per cercare come lei e con lei la meta della nostra vita. “Beata te che hai creduto”: esclamerà Elisabetta. Credere con disponibilità e con verità: è la dimensione della nostra risposta. Credere, per Maria e per noi, significa ascoltare e vivere la Parola di Dio. Gesù farà alla Madre il più bel complimento quando griderà: “Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano” (Lc 11, 28).
Lasciamoci condurre per mano sulla via della gioia ancora da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (n. 151): “Non ci viene chiesto di essere immacolati, ma piuttosto che siamo sempre in crescita, che viviamo il desiderio profondo di progredire nella via del Vangelo, e non ci lasciamo cadere le braccia. La cosa indispensabile è che il credente abbia la certezza che Dio lo ama, che Gesù Cristo lo ha salvato, che il suo amore ha sempre l’ultima parola”.
Una Parola che ci rallegra e ci fa esultare anche in questo Avvento, perché siamo sicuri che Lui verrà, anzi è già venuto ed è con noi.