Il tempo, tema centrale del nuovo anno associativo, sembra essere l’elemento con cui più la famiglia, oggi, fatica a fare i conti: in particolare con i passaggi di crescita e di maturazione attesi per ognuno dei suoi componenti.
Anche la famiglia in questi ultimi decenni è mutata ed è interessante la scelta di lettura di questo cambiamento che l’autore Massimo Ammaniti compie concentrandosi, in particolare, sui nuclei con genitori cinquantenni.
Non ci sono giudizi di merito ma una lettura complessiva del fenomeno: la famiglia, secondo Ammaniti, è in “sintonia” con l’adolescenza dei figli che ha generato. Il libro [Ed. Laterza, 2015, pp. 95] capitolo dopo capitolo offre una radiografia a 360° della famiglia, impigliata nell’oggi facendo i conti con la storia da cui proviene e arrancando nel futuro di genitori e figli in piena adolescenza, esplosioni ormonali comprese. Sembra che il confronto con il passato sia il passaggio sostanziale per spiegare come la famiglia è oggi. Il desiderio di costruire una famiglia nuova, impostando una “educazione diversa” rispetto a quella ricevuta, sta concretizzandosi spesso in famiglie aperte ad ampi tempi di condivisione adulti/figli di interessi, esperienze, hobbies. C’è il desiderio di abbattere le barriere, considerate storicamente naturali tra genitori e figli e, come accade spesso quando le barriere sono superate – e ben venga il superamento in alcuni casi – è complicato capire dove porre i nuovi paletti. I paletti, visti gli esempi utilizzati come aneddoti nel libro, sembrano proprio servire. Sembra non esserci più una naturale divisione dei ruoli: tutti sono in gioco, tutti alla stessa linea di partenza. A partire dalla cura dell’aspetto che “impedisce” l’avanzare dell’età, per passare all’abbigliamento, oramai unisex e unietà, e alla vita affettiva che mette spesso in competizione adolescenti d’età e adolescenti di ritorno, i loro genitori, di nuovo sulla breccia per ricostruire relazioni e rapporti. Ma anche rete e scuola non sono esonerate dallo screening di Ammaniti, che fotografa una famiglia così “vischiosa” e complice che si trasforma in rifugio dove continuare a cercare complicità, appoggio e sicurezza anche in età adulta, oramai incapaci di svincolarsi e rendersi da essa sanamente autonomi.
Nota: per il tema trattato questo testo è inserito nella prima tappa del testo associativo.