La creazione: dono e compito dell’uomo

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dalla rubrica Nella Chiesa – Camminiamo Insieme Settembre 2023
– a cura dell’assistente diocesano don Giampaolo Tomasi

Abbiamo celebrato il 1° settembre la Giornata di preghiera per la cura del creato e la Giornata per la custodia del creato.

Questa giornata ci stimola a rispondere alle domande: come promuovere in noi il senso di responsabilità verso l’ambiente? quale rapporto favorire tra le attività degli uomini, il creato e le sue risorse?
Dobbiamo riconoscere che nel modo di valutare le cose create, i cristiani non hanno avuto sempre un criterio stabile; nel passato, per esempio, più che sul valore delle cose, i cristiani hanno insistito sul loro carattere illusorio e sulla necessità di distacco. Questa insistenza sui “pericoli” derivanti dai beni terreni era conseguente a una visione del mondo che contrapponeva drasticamente il cielo alla terra, il divino all’umano, il definitivo al provvisorio, l’eterno all’effimero. Probabilmente non si teneva in debito conto il fatto che le cose che ci circondano, per quanto passeggere, vengono dalle mani di Dio e che Dio ha fatto «buona ogni cosa» (Gen 1,10).
Allora guardiamo alle cose create con un atteggiamento più positivo perché anche il creato fa parte del disegno di salvezza di Dio per l’umanità.

La creazione è specchio dell’amore di Dio
Quando i credenti d’Israele si sono interrogati sul significato del mondo e delle cose terrene hanno saputo dare una risposta carica di ammirazione, di riconoscenza e di lode al Creatore, come è espresso dal Salmo 8. Tutto il cosmo sembra proclamare la grandezza e la benevolenza di Dio, come esprime anche il Salmo 18. Per la Bibbia la creazione è il primo grande specchio in cui scoprire l’amore di Dio e il mistero delle sue intenzioni sull’uomo e sulla storia. La creazione è qualcosa di così grandioso, di talmente consistente e resistente, che dà l’idea dell’illimitato, del senza confini, del non cancellabile: una specie di riflesso infinito dell’infinità di Dio, della sua potenza, della sua sapienza, ma soprattutto del suo amore.

La creazione è dono di Dio per noi
Colui che ci aiuta in modo particolare a cogliere nel creato l’amore di Dio per noi è Gesù. Egli ci insegna a valorizzare le cose, sia per quello che sono in se stesse sia per quello che esse rappresentano. Lo sguardo di Gesù sulla realtà creata è così limpido e profondo, da portare alla luce l’amore provvidente di Dio che in essa si può cogliere. Gli uccelli del cielo e i gigli del campo sono un invito a riconoscere la bontà di Dio Padre, che ha creato ogni cosa per farne dono agli uomini (leggi Lc 12,22-31).
Dio ha distribuito con abbondanza i suoi doni, perché tutti li potessero ricevere. Ogni uomo, in virtù di Cristo che è «il Primogenito» della creazione, si può considerare in certo qual modo centro e termine dell’intera creazione: «Dio mi ama e tutto quanto ha fatto, l’ha fatto per me!», questo è l’annuncio cristiano. La stessa granitica persistenza dell’universo sembra proprio un segno di questa ostinata fedeltà di Dio nel suo amore per le creature. Azioni e vicende storiche paiono a volte scorrere via come labili segni sull’acqua; la creazione invece testimonia la stabilità del progetto di Dio e della sua perenne disponibilità verso l’uomo.

La creazione è un compito per l’uomo
La creazione acquista ulteriore senso e valore dal rapporto che l’uomo stabilisce nei suoi confronti.
Innanzitutto l’uomo è chiamato da Dio ad assumere la sua responsabilità nel creato: Dio l’ha messo nelle sue mani, non perché lo sfiguri inquinandolo o ne usi a piacimento, ma perché lo trasformi e collabori al suo compimento (leggi Salmo 8,4-8).
Per il compimento di quest’opera, Dio ha dotato l’uomo di sensibilità e di intelligenza, di forza e di libera decisione, di creatività e di equilibrio. Tutte le capacità umane vanno viste come dono divino per il suo compito di dare forma sempre nuova al mondo: «l’uomo ha una dignità che è unica nel creato come unica, irripetibile è la sua capacità di trasformare la terra, ci vive non come un essere smarrito ma come uno che domina», così è scritto nel Catechismo degli adulti della Chiesa italiana.
Il fatto di essere dominus non significa che il mondo possa essere oggetto di predazione e di sfruttamento arbitrario e illimitato. Il rapido sviluppo della società industriale e la dimensione planetaria delle relazioni economiche hanno fatto prendere coscienza dei limiti delle risorse disponibili e della necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura. Pertanto ognuno di noi è chiamato a far propri, incoraggiare e sostenere quei progetti e modelli di vita economica che sono basati sul rispetto degli equilibri naturali. E ha il dovere di evitare l’uso di tecnologie distruttive dell’ambiente e della vita, tenendo conto dei tempi di riproduzione delle risorse rinnovabili e del limite di quelle non rinnovabili.
In secondo luogo, se il creato è un dono di Dio per tutti gli uomini, l’uomo deve svilupparne le ricchezze in modo da creare possibilità di vita per tutti. L’uomo è chiamato a dare al mondo il volto del diritto e della giustizia. È questo il suo compito: far sì che le cose create siano un bene per tutti a cominciare dall’aria e dall’acqua, e che siano impiegate in una prospettiva di solidarietà, di condivisione e di partecipazione, come è scritto nel Catechismo degli adulti della CEI.
La costruzione di un mondo nella giustizia passa attraverso la volontà di evitare uno sfruttamento incontrollato e indiscriminato delle risorse della terra; di abbattere l’accumulo dei beni nelle mani di pochi; di eliminare le sperequazioni esistenti tra paesi ricchi e paesi poveri. I valori a cui richiamarsi per la salvaguardia, la custodia e la retta valorizzazione del creato sono quelli «del primato del bene di tutti su quello di pochi; della scelta di produrre beni essenziali alla vita di tutti in luogo dei beni di consumo voluttuari o addirittura di quelli nocivi, come le armi; del superamento della logica del profitto a vantaggio della ricerca di una nuova qualità di vita per tutti» (dal Catechismo degli adulti della CEI).

don Giampaolo