La conferenza sul clima in corso a Dubai

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Dal sito dell’Azione Cattolica Italiana: COP28. Fra speranze e scetticismi

image-13dal 30 novembre al 12 dicembre, oltre 140 capi di Stato e 70.000 delegati sono riuniti per la 28a Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) presso l’Expo City di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.

 Il rapporto di sintesi del Global Stocktake, pubblicato recentemente, afferma che il mondo è completamente fuori strada nel raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015 e che gli attuali sforzi di adattamento e mitigazione sono scarsamente finanziati.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato che «l’era del riscaldamento globale è finita; è arrivata l’era dell’ebollizione globale. I leader, in particolare i paesi del G20, responsabili dell’80% delle emissioni globali, devono farsi avanti per l’azione climatica e la giustizia climatica».

La cura del creato è una responsabilità comune

Lo stesso papa Francesco – che per motivi di salute non ha potuto essere di persona a Dubai – nella sua ultima enciclica, Laudate Deum, ha chiesto che i partecipanti alla COP28 siano «strateghi capaci di considerare il bene comune e il futuro dei loro figli, più che gli interessi a breve termine di alcuni paesi o imprese». (LD 60). Il pontefice ricorda a tutte le persone di fede la nostra responsabilità comune di prenderci cura del creato: «A tutti chiedo di accompagnare questo pellegrinaggio di riconciliazione con il mondo che è la nostra casa e di contribuire a renderlo più bello, perché questo impegno ha a che fare con la nostra dignità personale e con i nostri valori più alti». (LD 69).

Nel Discorso inviato a Dubai, letto dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, che è andato a rappresentarlo, papa Francesco ha, tra l’altro, rilanciato la proposta di Paolo VI di stabilire un fondo mondiale per eliminare la fame e per attività lo sviluppo sostenibile dei Paesi più poveri con il denaro che si impiega oggi in armamenti, alla luce di «un nuovo multilateralismo». L’invito ai Paesi, dunque, è quello di uscire dai particolarismi e dai nazionalismi, con il sostegno della Chiesa cattolica.