La bellezza della sobria ebrezza dello Spirito

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Qualche goccia di bellezza dalle meditazioni di padre Placido Pircali agli Esercizi Spirituali di Quaresima per laici “La bellezza della sobrietà” (Folgaria, 2-4 marzo 2018).

I testi completi saranno disponibili per gentile concessione del gradito predicatore nei prossimi giorni.

 

Il luogo sacro

Gli Esercizi sono tempo per stare con il Signore in disparte, per riposarsi; per stare con noi stessi, unificarci a Dio e liberarsi dalla frammentazione dell’ego.
La via spirituale ci aiuta a prendere le distanze da ciò che è ego (volto del nostro egoismo) per scegliere il sé, con la serenità del sentirsi amati.

Siamo custodi di questo luogo sacro, in cui levarsi i calzari (come Mosè davanti al roveto ardente).
Ogni luogo è sacro se c’è il senso della presenza di Dio.
Facciamo rispettare il nostro spazio sacro.
La bellezza

La bellezza costruisce vie per dare valore alla vita.
Ci si arriva con l’osservazione: essere attenti alla nostra vita, osservare quel che ci succede, andare controcorrente. Consapevoli, attenti, con serena autostima.

Il bene è sempre bello… fare il bene in modo buono è fare qualcosa di bello.
Fare il bello mette in sintonia con il creato, che è segno della bellezza creatrice che salva.
Puoi trovarci anche segni di violenza, perché il creato è ferito e zoppica…
Se incontri Dio non fai marce trionfali… la vita spirituale è una via stretta, in salita, difficoltosa e pochi vi si incamminano. La via spirituale richiede tempo e maturità; è un cammino serio che ci rende persone migliori, disponibili, testimoni che mostrano la strada, adulti che si prendono le loro responsabilità.

Annunciare Dio in modo bello! Non facciamo la faccia triste, caricando gli altri dei nostri problemi.

La sobrietà

La bellezza diventa forza salvifica, via di salvezza. Questa bellezza è bellezza della sobrietà “sobria ebrezza dello Spirito”, carica di forza.
Sobrietà è essere assennati, equilibrati, non alterati, integri; è sobrietà della pazienza, della speranza e della gratuità.
È vento che danza, che invita ad uscire dalle nostre vecchiezza stantie.

Come entrare in questa sobria ebrezza?
Far morire l’ego a favore del sé profondo, combattere per raggiungere la serenità del cuore.
È necessario avere nel cuore una benedizione, essere portatore di benedizione e portato da una benedizione; avere una buona consapevolezza di sé ed essere solidale con l’altro.
La sobria ebrezza, quando è autentica, è una dimensione personale.

L’accoglienza

Dopo la domanda di Dio “Dove sei?” (ad Adamo), la domanda “Dov’è tuo fratello?” (a Caino)… seguire Gesù per ritrovare se stessi e aprirsi, andando incontro agli altri.
“Ama il prossimo tuo come te stesso”: questo è il cammino mostrato da Cristo; la via dell’incontro con l’altro è la cartina al tornasole di tutta la nostra spiritualità.

C’è gioia nel servire i fratelli.
Accogliere la realtà così com’è, lasciarsi anche sconvolgere… chiedere nella preghiera – anche come comunità – il dono dell’accoglienza, che è amore verso la persona diversa e non attesa.

Bisogna dare una buona immagine di Dio, che dipende da quel che abbiamo vissuto.

 

Ripartiamo da qui…

La fede è un magma incandescente, non una biblioteca di libri ben ordinati.
Il mondo si regge sul bene che facciamo.
A un cuore puro basta che Dio sia Dio.

 

Grazie, padre Placido!!!