Conosciamo oramai tutti i trucchi della GdO (Grande distribuzione Organizzata): marche di moda ad altezza occhi, beni di prima necessità sulla scaffale al piano interrato, caramelle poco prima della cassa. Bene, per la spesa i fondamentali sono noti: ma con internet, come la mettiamo?
È una riflessione dettagliata, quella sviluppata da Giovanni Cucci nel libro “Internet e cultura. Nuove opportunità e nuove insidie” [ed. Ancora, 2016]. Il percorso proposto si dipana tra filosofia greca, per riprendere i “fondamentali” della cultura e videogiochi, passando attraverso questioni più attuali come: meglio leggere un e-book o un libro di carta? Quanto sono in grado di comprendere il contenuto dell’articolo quando la pagina internet che sto consultando è un fuoco d’artificio di messaggi, icone di approfondimento o di promozione pubblicitaria? Quanto mi rendo conto che rimane traccia delle mie ricerche in internet, così che alcune inserzioni pubblicitarie sembrano fatte apposta per me? I primi capitoli affrontano il valore del dialogo, quello di antica memoria (Platone e Socrate!) che avviene tra persone, che costruiscono quindi il sapere confrontandosi attivamente. Altri elementi di attenzione sono posti sull’importanza della lentezza, della ripetizione, della memorizzazione, per crescere in riflessività e capacità di giudizio. Si tratta di atteggiamenti sui quali la rete non è in grado di aiutare a crescere; anzi… Stimola velocità, immediatezza, la sensazione di poter seguire più attività contemporaneamente. Caratteristiche non negative, ma che non possono diventare l’assoluto di una proposta educativa. Emerge dalla rete un mondo dove tutto è facile e definito, dove un click assicura ogni risposta. L’autore mette in luce alcuni dei tratti comuni di chi si lascia mangiare da internet: l’isolamento, il mimetismo, la difficoltà del confronto. Sviluppa in modo articolato questi nodi e propone, guardando ancora una volta agli antichi, uno sguardo di saggezza sul fatto che internet è solo uno strumento. Il contenuto da trasmettere è altro: la consapevolezza sull’oggi, sul senso di vivere, qui e ora. Necessario è quindi inventare strumenti e modi perché le potenzialità proprie del mondo informatico entrino costruttivamente all’interno di proposte educative in cui ognuno può sentirsi tranquillo anche di navigare perché… conosce i fondamentali!