Il Vocabolario del Sacrista e degli Addetti al Culto

Un vero elenco di termini, con relative spiegazioni, di parole che fanno parte del presente e, in qualche caso, del lontano ricordo del nostro frequentare sacrestie e… vita di Chiesa terra terra.

 È un fascicolo da leggere tutto d’un fiato, per un tuffo in una emozione da… collezionisti: lo so, lo so, l’ho sentito ma non ho idea di cosa sia, mi manca! Questa è l’esperienza che con questo opuscolo ci offre don Giulio Viviani, appassionato ed esperto di liturgia che da qualche anno ci accompagna anche come Assistente diocesano dell’Ac. Se per gli “addetti ai lavori” – ministri, sacristi, incaricati del culto, chierichette/ i, a cui il lavoro è dedicato – conoscere i termini precisi di oggetti, azioni e appuntamenti liturgici nel servizio di chiese e comunità è d’obbligo, (il fascicolo è dato in consegna per la distribuzione proprio ai sacristi di tutta la diocesi), anche per chi è fruitore del servizio può rappresentare un valore aggiunto sapere nome e senso che stanno racchiusi negli oggetti che rendono vivi i nostri riti. Penso ad esempio alla preparazione della tavola eucaristica preparata non solo con calice e patena (il piatto rotondo sul quale si colloca l’ostia per la comunione del celebrante), ma anche con la pisside dove sono le particole per la comunione dei fedeli, il purificatoio, un panno per asciugare il calice e i vasi sacri utilizzati durante la celebrazione. I doni saranno appoggiati sul corporale, il “tovagliolo” che il sacerdote spiega sull’altare: un quadrato di tela che simboleggia la Sindone che dal modo in cui veniva piegato ricorda le 3 virtù teologali e le quattro cardinali. L’elenco di termini raccolti nel Vocabolario è notevole, da bacile (il catino utilizzato per il lavabo all’offertorio), ad ambone (facile questo, vero? Ma quanti di noi sanno che dall’ambone si può tenere l’omelia e proporre intenzioni di preghiera oltre ovviamente a proclamare letture e Vangelo, ma non interventi tipo rosario, discorsi vari, canti?) fino a zucchetto.

Nulla di più, allora, di un semplice elenco di parole che racchiude però grande ricchezza di significati, profumi, emozioni, per ritrovare valore e senso di oggetti, gesti e riti di una fede che è anche nella cura della bellezza e dell’ordine delle nostre liturgie.