L’avvicinarsi della Quaresima ci sollecita a dare spazio e tempo alla cura della nostra spiritualità…ma non è sempre tutto facile.
I nostri ritmi di lavoro, di famiglia, di impegni vari non sempre sono “sincronizzati” con i tempi liturgici e per quanto si cerchi – e sicuramente cerchiamo – non è tutto scontato. Come afferma la Costituzione Lumen Gentium, come laici siamo chiamati a «cercare il Regno di Dio trattando le cose del mondo e ordinandole secondo Dio» (nr. 31) e questo, tradotto nel nostro quotidiano, ci aiuta a valorizzare ogni dimensione della nostra vita. Ogni atto, gesto, pensiero, può divenire preghiera se vissuta e sentita nella presenza di Dio.
Nelle scorse settimane ho letto il libro “Il profumo buono per ogni giorno”, edito dall’Ave, che riporta vari contributi associativi in merito alla preghiera e ne riprende alcuni aspetti formali (come il tempo, lo spazio, le parole, lo stile…) per aiutarci a riscoprirli, in modo molto semplice. Spunti per ritrovare in noi e attorno a noi questi richiami nel quotidiano, da tenere cari e ai quali affezionarsi proprio perché li sentiamo “abitati”. Per riscoprire la preghiera come esperienza comunitaria e di Chiesa nella Liturgia delle Ore, nel soffermarsi sulla Parola, così come nella preghiera del rosario. Per ricordarci che la preghiera accompagna il ritmo della nostra giornata, ma ancor più della nostra vita, dove ci sono momenti e momenti, o meglio ancora stagioni e stagioni. Quello che i giovani vivono, seppur occasionalmente, con maggior intensità, per gli anziani si trasforma in presenza che accompagna lo scorrere più lento dei giorni.
La preghiera è dialogo, la dimensione più nostra che ci fa vivere la relazione con Dio e, come ogni relazione, ha il suo dinamismo, il suo svolgersi… semplicemente nella verità di noi stessi e della nostra disponibilità.