“Ha sete di te, Signore, l’anima mia!” 

postato in: Segnalazioni | 0

Una volta da bambino – al contrario di quello che si fa oggi – quando si andava in montagna – penso sia stata anche la vostra esperienza – non si doveva bere lungo il tragitto; lo si poteva fare solo quando si arrivava alla meta, dove una sorgente o una fontana di acqua fresca ti dava finalmente una grande gioia. Non era solo un soddisfare la sete, ma anche trovare una rinnovata sferzata di energia; era proprio un vero “rinfresco” e un recuperare la forza di andare avanti. Oggi no; oggi si continua a bere – lo consigliano i medici – e quindi quando si arriva ad una fonte, essa non è più una bella sorpresa, non è più una soddisfazione, non è più neppure un conforto rasserenante. Si è così abituati a bere che non se ne sente più il bisogno, la necessità. 

Questa esperienza l’abbiamo espressa tante volte nel Salmo 62 che ci fa ripetere: “Ha sete di te, Signore, l’anima mia!”. Ma è vera questa affermazione nel nostro tempo o ancora una volta ripetiamo parole non vere, parole non nostre – come purtroppo accade qualche volta quando preghiamo – ? Questa è stata anche l’esperienza di una Santa “pasquale” che Papa Francesco ha “riqualificato”: Maria Maddalena. Non le bastavano più le illusorie risposte ed esperienze della vita che aveva trascorso con intensità e attaccamento; neppure un’esperienza di vita piena e appassionata, come era stata la sua, era stata sufficiente a dare senso alla sua sete, ai suoi desideri più veri e profondi. Ormai, come la Samaritana, come gli Apostoli, aveva scoperto la vera sorgente d’acqua viva: Gesù Cristo; la sua persona, la sua presenza, la sua parola, il suo amore.

Oggi noi purtroppo facciamo la triste e singolare esperienza che non c’è più la sete di Dio. Le nostre famiglie, la gente, i giovani stanno bene, sembrano vivere bene anche senza Dio, senza fede, senza la preghiera, senza la Messa, senza i Sacramenti. Perché? Forse perché le domande fondamentali del cuore, i desideri dell’animo, sono soffocati, sono riempiti, sono impediti da tante altre cose, da altre risposte, che però alla fin fine non ci soddisfano e ci lasciano vuoti e inappagati. “Ha sete di te Signore l’anima mia!”. Pensiamo a Maria Maddalena che dopo aver visto morto sulla croce colui che era la sua speranza – come canta la sequenza di Pasqua (Surrexit Christus spes mea – Cristo mia speranza è risorto) – non si arrende e corre nella notte, al mattino presto a quel sepolcro che non è più chiuso, che è ormai vuoto e inservibile. Quel Cristo da lei seguito e amato che aveva prospettato un futuro nuovo nella sua vita, non c’era più! La pagina poetica dell’Antico Testamento, nel Cantico dei Cantici, aveva già profeticamente descritto quella scena: a Maria mancava il suo Cristo, l’Amato, e lo cerca nella notte. Si dà da fare per trovarlo; lo cerca nella città, per le strade; si affida persino alle guardie e finalmente con gioia lo ritrova.

Perché non può essere anche la nostra storia? Una storia che si può ripetere. Hai smarrito la fede, il gusto del credere, del partecipare alla vita della comunità cristiana? Non preoccuparti puoi sempre tornare. Quel Cristo che è venuto una volta nella storia, che è sceso dal Cielo per cercare l’uomo, disperso nelle notti e sulle strade del mondo, del male e del peccato, non si è allontanato, non ci ha abbandonati. Lo puoi sempre cercare. Lui per primo cerca te! Lui si lascia sempre trovare! Come amava ripetere Papa Benedetto: proprio perché è in Cielo, Gesù non è più limitato dagli angusti confini della regione palestinese e dal limite di quel periodo storico, ma ora è più vicino ad ogni persona a qualsiasi latitudine della terra e in ogni epoca della storia. Anche se lo hai dimenticato, anche se lo hai tradito, anche se lo hai rinnegato, persino se lo hai bestemmiato, non cessa di attenderti, di accoglierti, di amarti, di perdonarti, di venirti incontro. 

Ancora una volta ti guarda negli occhi, anzi nel cuore e ti chiama per nome. Come è accaduto a Maria Maddalena. Anche lei nella fretta, nell’ansia, nello smarrimento di quelle ore concitate non lo aveva riconosciuto: lui era ormai il Risorto. Ma lui la chiama per nome. Quando uno ti chiama per nome vuol dire che ti conosce, che ti vuole bene. Anche il nostro nome è noto a Dio. Egli ci chiama, ti chiama per nome e ti dice: Non temere; non piangere più. Cristo è morto per noi perché sappiamo che Dio ci ama e perché anche noi possiamo vivere amando Dio e i fratelli. Quando uno si è dissetato ad una fonte di acqua fresca si sente come rinnovato, rinato; san Paolo ci direbbe: è una creatura nuova; le cose di prima sono passate. La stanchezza, la fatica, la delusione si dimenticano presto perché Cristo con la sua novità riempie e trasforma la nostra vita. 

Maria Maddalena, sappi che il sepolcro è ormai vuoto; non è quella la fonte della tua vita; occorre cercare altrove il Cristo: nel mondo, sulle strade e nel suo Vangelo. Non piangere, perché ormai il tuo Cristo è risorto. Cristiani di oggi: l’annuncio degli angeli è giunto sino a noi e si ripete ogni domenica nelle nostre chiese. Quando suonano le campane ricordiamolo. Quel suono, prima ancora di essere una proposta è una risposta alla tua ricerca e risuona come un invito: vieni qui a incontrare Cristo! Non ignoriamo, non diamo per scontato quel suono. E anche quando le campane suonano da morto, lo sappiamo bene, dicono una parola di speranza, una certezza di fede: Cristo è risorto anche per noi! Tocca ora a noi, come a Maria Maddalena, dire a quanti incontriamo: Ho visto il Signore. Io so che lui c’è! Questa è la sua Parola di vita, come un’acqua fresca che può darti conforto e incoraggiamento. Io ho sperimentato che la sua parola, i suoi sacramenti e il suo amore riempiono la vita e danno un senso a quello che sono e faccio ogni giorno nella mia famiglia, nel mio gruppo di Ac, nella mia comunità, nel mio posto di vita e di lavoro. Il futuro delle nostre famiglie e dei vostri figli è nelle nostre mani: offriamo loro quest’acqua di vita come nel giorno del Battesimo, che li ha fatti figli di Dio. Non dimentichiamo mai, non trascuriamo quell’acqua di vita che sgorga dal costato di Cristo crocifisso e risorto: è la sua parola, la sua grazia, il suo amore, la sua forza, il dono del suo Santo Spirito. Nessun’altra cosa, nessun’altra realtà umana può soddisfare la sete di infinito che ci abita, che è nel cuore di ogni persona. Noi sappiamo dov’è il Signore: lo abbiamo trovato e nessuno ce lo può portar via! Sia questa la nostra Pasqua!

don Giulio Viviani
(assistente diocesano Ac)