Cari amici dell’Azione cattolica,
nella società “liquida” descritta dai sociologi, termine emblematico per raccontare qualcosa di profondamente sfuggente ed instabile, colpisce la celebrazione di 120 anni di storia associativa. Ѐ un anniversario, quello traguardato da Azione cattolica, che associo a un vigoroso tronco. Un grande albero, che odora del profumo intenso della sua storia, fusto che lascia trasparire in ogni nuovo cerchio, che ogni anno s’aggiunge al precedente, il passo lento della vita che avanza senza far rumore, nell’ombra silenziosa del bosco. Ma avanza, eccome!
Ѐ bello, nell’era del mordi e fuggi digitale, nell’inconsistenza di tante nostre relazioni, poter raccontare che ci sono ancora tronchi ben piantati a terra. Magari un po’ affaticati, come si addice a chi porta più di qualche anno sulle spalle, ma vivi. L’Azione cattolica c’è, respira, pulsa. A dispetto di chi, anche dentro la Chiesa, avanzava – non solo per la vostra associazione – previsioni funeree: voi ci siete, operate, credete in quello che siete e fate, nonostante la difficoltà oggettiva nel muoversi dentro questa “liquidità”. Di questo la Chiesa vi è debitrice.
Nel mondo delle associazioni e dei movimenti ecclesiali, gli aspetti organizzativi rischiano talvolta di svilire il carisma, rendendo appannata la missione e puntando l’occhio sulla cornice più che sul quadro. Il contorno più della sostanza. Osservare le fronde – per stare sulla metafora del tronco -, dimenticando le radici. Vi è però da evitare anche il rischio opposto, perché entrambi i poli sono importanti: la cornice non è il quadro ma lo può esaltare. Le foglie non sono l’albero, ma la prova che la linfa scorre tra le sue viscere.
Il primo appello è dunque quello di ricercare l’equilibrio, sempre. Lo vediamo ogni giorno, a cominciare dalla vita politica ma anche nei riflessi sociali, quanto sia difficile portare avanti percorsi equilibrati, che evitino gli estremi contrapposti del bianco/nero e non disconoscano la complessità. Siate seminatori di equilibrio, primo passo per ritrovare rapporti fraterni e un clima di pace.
Vi è poi una sottolineatura che è data da due elementi connaturali alla vostra carta d’identità, dove si legge: Azione cattolica. L’“azione” è qualcosa che richiama la concretezza. Torniamo a quella concretezza che non vuol dire attivismo, ma significa essenzialità, semplicità, aderenza alla realtà, ai volti delle persone. Nella Chiesa dovete essere profeti dell’azione, solo se così viene intesa.
Ma l’azione non basta. Serve, lo dice quel termine “cattolica”, universalità: la capacità di uno sguardo fraterno, dialogante, incapace di calare dall’alto sentenze, ma prono nella ricerca faticosa della verità. Ricerca che non può essere appannaggio di solitari coraggiosi, intuiti di singoli protagonisti. La crescita si fa insieme, dentro una comunità credente ma soprattutto nella ricerca condivisa di ogni traccia di umanità autentica, che solo per il fatto di essere pienamente umana è anche a immagine e somiglianza di Dio.
Ecco il vademecum dell’Azione cattolica, così come lo immagino, in questo momento di festa, di fronte a un traguardo prestigioso, che è solo l’avvio di un nuovo cammino. Come l’anello di un tronco che si va allargando.
A voi il mio fraterno augurio
+ arcivescovo Lauro
Gli eventi per la ricorrenza dei 120 anni dell’Azione cattolica diocesana