Formare al bene comune per una nuova grammatica della partecipazione

polis20______medHo provato ad individuare il tema della fiducia, prima tappa del cammino di Ac, tra i nostri testi, catalogati e disponibili per consultazione e lettura nella Biblioteca Associativa di via Borsieri. La ricerca si è fermata a “Formare al bene comune per una nuova grammatica della partecipazione” a cura di Gian Candido De Martin e Fabio Mazzocchio [2007, AVE]. Un tema, oggi estremamente attuale.

Il libro, costruito grazie ai contributi di persone che a diverso titolo si occupano di formare al bene comune, si apre con una definizione. E, dato che oramai il termine è sulla bocca di molti, è utile che ognuno provi a riflettere sul senso di questo binomio, concreto e nello stesso tempo sfuggente.

Prima di tutto un chiarimento: se è “bene comune” implica che è per tutti e si oppone a tutto ciò che può rappresentare interesse individuale o di parte. E’ importante, continuano gli autori, non fermarsi alla superficie, al fascino della parola, perdendo di vista il significato, cosa c’è dentro e dietro il “bene comune”. Gli autori citano, a questo proposito, la Gaudium et Spes che propone una utile definizione: bene comune è “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente” [GS 26]. Ma questo è solo l’inizio del volume, uno spunto per la complessa riflessione che questo tema può promuovere.

La vita quotidiana d’altra parte, è ricchissima di occasioni in cui possiamo giocarci per il bene comune e per … i beni comuni: l’aria che respiriamo, lo spazio che occupiamo, la comunità che abitiamo sono luoghi concreti che condividiamo, costruiamo insieme agli altri e grazie all’impegno di ognuno; serve che ci fidiamo/affidiamo gli uni agli altri per partecipare alla costruzione di un progetto che vada oltre le singole vedute parziali di società perfetta. Ecco allora la sfida che lanciano gli autori: non smettere di impegnarci e invitare all’impegno per un mondo sempre più giusto e più bello.