“Nel momento in cui l’aratro della storia scavava a fondo rivoltando profondamente le zolle della realtà sociale italiana, che cosa era importante? Era importante gettare seme buono, seme valido” (Vittorio Bachelet)
“Fare l’Italia, fare gli italiani – cattolici nel Paese unito” è un saggio curato da Matteo Truffelli che con il contributo di autori diversi rilegge la storia dell’unità d’Italia sulla filigrana della presenza cattolica nel Paese. Nel primo capitolo il riepilogo delle vicende italiane dagli ultimi anni dell’800 ad oggi intreccia gli eventi della storia civile italiana con quelli della forte presenza cattolica. I capitoli successivi si soffermano su aspetti salienti di questa specificità rispetto alle vicende italiane: l’impegno educativo, i vari movimenti giovanili, la presenza cattolica nei mass media, l’Azione cattolica, l’impegno dei cattolici per il bene comune.
Interessante proprio il capitolo “Costruire il bene comune” scritto da Giorgio Campanini. L’invito ai cattolici è quello di essere sentinelle attente, forti di una tradizione capace di coniugare il Vangelo alle tematiche dell’oggi.
Come il principio di uguaglianza e la consuetudine alla condivisione con chi non ha, sono la concretizzazione della traduzione del Vangelo nelle prassi della vita civile che i nostri predecessori sono riusciti a realizzare, anche oggi i credenti sono invitati ad impegnarsi per una società dei beni e non degli interessi, a lavorare per una logica della condivisione più che per quella della spartizione.
All’interno di una comune cornice di diritti e doveri, infatti, nel segno della giustizia ma grazie alla dimensione comunitaria a cui la Chiesa ci educa, si può passare dall’uguaglianza formale a quella sostanziale.
Anche oggi quindi, e questo mi pare un bell’invito, anche se emerso da un saggio di storia, c’è terreno per favorire la crescita di una società ancora più umana.
Il testo è corredato inoltre da una antologia di scritti di personaggi che hanno fatto la storia dell’Italia. Uno stimolo a tornare alle fonti per non dimenticare le nostre radici e, nello stesso tempo, diventare protagonisti attivi della nostra storia quotidiana, testimoni anche nelle scelte “laiche” della vita del nostro essere cattolici. Anche così, anche oggi, ognuno potrà contribuire a “fare Italia e fare italiani”.