5° Incontro diocesano di preghiera per famiglie Acr

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Data / Ora
Date(s) - mercoledì 24/03/2021
20:30 - 21:00

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Nell’ultimo incontro di preghiera per famiglie dei ragazzi dell’Acr il Vangelo sarà quello della Domenica delle Palme.

Dal Vangelo secondo Marco (11, 1-10)

Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito».
Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!

Commento

Il nostro itinerario quaresimale, secondo la rotta indicataci dai Vangeli domenicali, ha spaziato dal deserto alla montagna fino al tempio di Gerusalemme; ha percorso il mondo e ha sfiorato il Cielo. Ora, prima della Pasqua, siamo ad una tappa ulteriore e decisiva per Gesù e per noi. Tutto il cammino della sua vita va verso quella meta: il Golgota, il “luogo del cranio“, come lo chiama San Marco nella “Passione”.
Un’antica tradizione dice che proprio lì era stato sepolto Adamo. In quel luogo Gesù viene a ridare vita all’umanità. Il suo sangue cola dalla croce e penetra nelle ossa di Adamo, nelle ossa dell’uomo, di ogni uomo. Da quel momento il suo sangue scorre nelle nostre vene. L’Eucaristia, il Corpo donato e il Sangue versato da Cristo, sono dati per noi, sono offerti alla Chiesa e al mondo.
Ma il Calvario, il Golgota, è solo una tappa. Accanto al luogo della Croce, a pochi passi, lì vicino, c’è anche il sepolcro! Il luogo della sepoltura, ma soprattutto della risurrezione dai morti. Anche quella tomba è solo un luogo di passaggio ed è ormai vuota, inutilizzabile per sempre.
Sì, anche noi, come le donne, se cerchiamo il Signore in questa santa settimana, lo troviamo dove viviamo ogni giorno, sulle strade e nelle case della vita quotidiana. Egli viene incontro a noi “nel nome del Signore” (Vangelo). Nelle nostre chiese, nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro e di vita spesso lo incontriamo nei “crocifissi”. Essi sono anzi tutto le tante persone che soffrono, che portano croci pesanti. Ma ci sono anche quelle croci, i crocifissi in cui Cristo stesso è innalzato.
Cosa pensiamo, cosa diciamo, cosa facciamo quando li guardiamo, quando li vediamo? Forse oramai siamo indifferenti! Siamo talmente abituati a vederli, che a volte sono solo un soprammobile, un segno vuoto, insignificante. Molti pretendono che esso sia presente negli ambienti pubblici e poi dimenticano di averli nelle proprie case. Istruiti dalla Domenica delle Palme e della Passione del Signore, dalla celebrazione del Venerdì Santo, dovremo imparare a fare nostre, davanti ad ogni croce, le parole del centurione sotto quella Croce: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio”.