Stimolata dalla terza tappa del cammino associativo ho preso in prestito dalla biblioteca dell’Associazione “E Dio vide che era cosa buona” di Carlo Carretto. L’autore non ha certo bisogno di presentazioni e probabilmente nemmeno il testo: sono i classici della nostra storia associativa!
La premessa è che questo è un libro del 1988, e in alcuni passaggi lo si coglie dal modo di esprimere concetti e riflessioni. Rimane però, una lettura di forte spiritualità grazie anche alla costruzione del libro su un intenso dialogo tra il Padre e i suoi figli, un Padre che prova a spiegare, con parole che i figli possano capire, quanto sia bene e buono ciò che ha creato.
Se lo rileggessi, partirei dalla seconda parte e poi affronterei la prima. Nella seconda, infatti, la descrizione così cruda dell’umanità, dei limiti che la nostra vita di tutti i giorni si porta dietro, pur riletti alla luce della Parola, mi hanno lasciato un senso di vuoto e tristezza. Ma l’uomo è veramente capace di fare e farsi male fino a questo punto? Di cedere così spesso, all’egoismo, all’orgoglio… lo so, anche questo è essere umani e con bene e male dobbiamo convivere. Anzi, è proprio di questo nostro essere umani che Dio dice che è cosa buona: ecco la prima parte del libro!
Scalda così tanto questo amore del Creatore da parte di Dio che, raccontato da fratel Carlo, sembra addirittura di sentirlo: l’abbraccio di un Padre che capisce, accoglie, attende, rassicura, spiega, rispiega, riconcilia, smuove …ama i suoi Figli. Un Padre che non abbandona, mai. Un Padre affidabile. Così tanto che non smette di aspettare ognuno perché ritrovi la strada di casa. Così tanto che capisce la fatica di ogni uomo di vivere nel mondo e convivere con il male che in esso è seminato. Così tanto che invia suo Figlio perché il mondo comprenda il suo messaggio d’amore.
Ritornando al cammino ecco ciò di cui a volte mi pare sentiamo la nostalgia: la certezza del sapere che il Padre attende solo che io apra le mie braccia per ricevere il suo abbraccio e sia disponibile all’incontro con Gesù. Potrebbe bastare questo per ritrovare l’entusiasmo per vivere, pur nella mia limitatezza, quel complimento ricevuto, sì, anche da me, all’inizio dell’umanità: “E Dio vide che era cosa molto buona”.