Dall’Assemblea diocesana, l’intervento dei delegati regionali

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Intervento di saluto di Claudio Bolcato (responsabile adulti del Triveneto)
all’Assemblea elettiva dell’Azione Cattolica di Trento
Trento, 28 gennaio 2024

Saluti a nome del Delegato regionale Filippo Doni e degli altri componenti della Delegazione Regionale non presenti.

Gratitudine è la prima parola che sento appropriata per questa giornata.

Gratitudine per l’accoglienza, da voi mi sento sempre a casa.
Da veronese sento molta vicinanza alla provincia trentina: la nostra casa di montagna è al confine con Trento, condividiamo Adige e Lago di Garda, da veronese condividiamo la produzione di mele, …
Gratitudine ad Anna, per questi anni di servizio, prima condiviso come Presidenti diocesani, poi all’interno del Triveneto.
Una presenza bella, discreta, gentile e attenta ai particolari.
Lo dicono anche il modo con cui ha relazionato poco fa.
Lo dicono la declinazione delle cinque parole: cura, unitarietà, oltre, responsabilità, esperienza.
Gratitudine a tutti gli uscenti e chi ha dato disponibilità.

È sempre bello e costruttivo il tempo dell’incontro, elemento fondativo del nostro essere associati.
È importante vivere con passione e intensità la dimensione democratica della vita associativa

Ho letto e apprezzato il vostro Documento assembleare, semplice ed essenziale, come lo è la gente trentina.
In particolare ho apprezzato la tensione che lo attraversa: l’interrogarsi sul contesto storico, sull’oggi che ci è dato di vivere.

Per un’associazione come la nostra è fondamentale questo interrogarsi: saper cogliere le ricchezze, riconoscere le fragilità, camminare nel mondo, partecipare alla vita della Chiesa.

E di fragilità il nostro Triveneto ne è colmo, spesso nascoste e non ancora emerse, ma pronte ad emergere.
Non possiamo tacere queste fragilità:
• la povertà nelle diverse forme, materiale, culturale, di fede;
• mancanza di rispetto per le persone, dalla donna all’immigrato;
• il disagio giovanile;
• la violenza verso il creato e lo spreco delle risorse.

La risposta che come associazione possiamo dare è operare nella formazione delle coscienze.

Lo abbiamo fatto in questi due trienni abbondanti come delegazione investendoci molto, senza nasconderci davanti ai temi della vita che ci toccano da vicino.
Senza pretendere di dare risposte ed esprimere giudizi ma fornendo strumenti di discernimento sui quali lavorare come singoli e come gruppi.
Speriamo di esserci riusciti.

E allora, coraggio!

(Come dice il manifesto qui davanti)
Coraggio nel compiere scelte “coraggiose” e di frontiera.
Coraggio nel porsi in ascolto della vita, del mondo, delle persone.
Coraggio nel pensare e realizzare percorsi innovativi.
Coraggio di testimoniare la fede e l’appartenenza all’associazione per costruire insieme (cito Francesco) “una Chiesa dove ci sia spazio per tutti. Una Chiesa che si fa comunità accogliente dove ogni persona si sente a casa, accolta insieme alla personale ricerca del Signore”.

Claudio Bolcato

 

Dall’intervento del delegato regionale Alberto Gasparotto (responsabile regionale Acr)

Alberto ha videnziato l’aspetto positivo dell’essere in Ac e del percorso formativo, che ci porta anche a conoscere altre realtà, a condividere esperienze, a riconoscere che non siamo in pochi (tutti se ne lamentano, ma non siamo in pochi e non possiamo paragonarci a nessuno, perché troviamo senso come luogo in cui vivere grandi relazioni, e allora non è questione di numeri, ma di passione).
Vale la pena essere di Ac!
La realtà dell’Acr è complessa, ma non possiamo smettere di avere fiducia; e le relazioni in Ac sono le più belle e resistono nel tempo, anche oltre l’appartenenza e l’impegno.