Alla Giornata Diocesana Unitaria del 31 gennaio scorso “Ero forestiero e mi avete accolto” i referenti del Centro Astalli di Trento hanno sottolineato che ognuno può contribuire personalmente all’accoglienza dei profughi “prima di tutto abbattendo il muro della diffidenza e dei preconcetti: conoscere tramite canali corretti”.
Essere informati è una risorsa e una scelta per cambiare mentalità e diventare più aperti, accoglienti ed “empatici”, “senza distinzione tra noi e loro, imparando a sentirsi uno di loro”.
Ci aiuta in questo il Messaggio di Papa Francesco per la 50° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (8 maggio 2016), dove si legge che “La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società. Com’è bello vedere persone impegnate a scegliere con cura parole e gesti per superare le incomprensioni, guarire la memoria ferita e costruire pace e armonia. Le parole possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali, i popoli.”
Come? “Per questo è fondamentale ascoltare. Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza. Ascoltare è molto più che udire. L’udire riguarda l’ambito dell’informazione; ascoltare, invece, rimanda a quello della comunicazione, e richiede la vicinanza. L’ascolto ci consente di assumere l’atteggiamento giusto, uscendo dalla tranquilla condizione di spettatori, di utenti, di consumatori. Ascoltare significa anche essere capaci di condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacità e i propri doni al servizio del bene comune.”
Con una sottolineatura sull’uso della comunicazione digitale: “Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione.”