Arte e preghiera

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Dalla serata del 26 ottobre al Vigilianum sul tema “L’arte come strumento di preghiera. La bellezza come necessità interiore“, qualche eco dall’intervento della pittrice Mirta De Simoni Lasta e del vicepresidente dell’Ucai Giuseppe Calliari.

Dalla presentazione di Mirta: ” Penso che l’arte faccia parte della sfera spirituale dell’uomo ed abbia una via privilegiata per dire le cose più difficili.
Mi confortano e mi esortano in questo i vari documenti apostolici e i discorsi intensi ed illuminanti fatti dai papi:  da Giovanni XXIII fino a papa Francesco.
Il credente di oggi, come quello di ieri, deve essere aiutato nella preghiera e nella vita spirituale con la visione di opere che cercano di esprimere il mistero senza per nulla occultarlo…”.
Il suo linguaggio simbolico evoca la realtà che è  ‘al di là delle cose’ , come a dire:  Dio non è lontano da ciascuno di noi”.
Sono due brevi citazioni da omelie tenute da papa Giovanni Paolo II in varie occasioni.
Gli fa eco papa Francesco nella Evangelii Gaudium, “…Tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta a incontrarsi con il Signore Gesù…”. E ancora: “Bisogna avere il coraggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, una nuova carne per la trasmissione della Parola…” [167].
Dopo queste premesse l’artista cristiano si domanda:  come testimoniare la fede oggi? La responsabilità in quanto credente sta nel parlare ai suoi contemporanei, senza imporre niente, solo suggerendo, aprendo varchi, facendo balenare il mistero.”

Le opere presentate:

  • lo ZIGGURAT
  • il MAGNIFICAT
  • SENZA STELLA
  • il trittico su ROSMINI
  • il ciclo di opere INSIDE

Dall’intervento di Giuseppe Calliari: “Il desiderio che muove l’arte non ammette soluzioni di comodo, case definitive, ma sa di abitare tende, tetti provvisori, e di attraversare spesso il deserto.
Faremo un primo viaggio alla luce del Magnificat, la voce umana che risponde ad un saluto, ad una chiamata appunto. Poi incontreremo un’intonazione più drammatica, il conflitto, la lotta che porta all’incandescenza il confronto tra la finitezza e ciò che la travalica. Il silenzio riconquistato sarà la meta del terzo viaggio, prima di ritrovare in conclusione, maturate dall’esperienza, le tracce lasciate nel vissuto profondo dall’intero sentiero percorso.”

La relazione