AnnalenaTonelli

«I poveri ci attendono. Dio ha bisogno di mani per servirli. Voi e io, solo che lo vogliamo, possiamo essere quelle mani… a noi non resta che di servire e con tutto noi stessi dove siamo più capaci. I modi sono lasciati a ciascuno. Non aspettiamo di essere istruiti. Dobbiamo inventare. L’amore è una questione di immaginazione».

Non un libro questo mese, ma una storia di vita raccontata in un articolo che chi desidera potrà leggere per intero anche a questo indirizzo: www.centroannalenatonelli.it/pdf/Annalena _Tonelli.pdf. Missionaria di Forlì, Annalena Tonelli ha vissuto per oltre 30 anni fra i Somali.

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Negli ultimi 7 anni a Borama, Nord-Ovest della Somalia, a un’ora di aereo da Jibouti, ha riattivato ospedale e ambulatorio per la cura e prevenzione della tubercolosi: un migliaio circa di malati e un ritmo intensissimo di lavoro. Oltre alle cure mediche, ha iniziato anche scuole di alfabetizzazione per bambini e adulti tubercolotici, corsi di istruzione sanitaria al personale paramedico, una scuola per bambini sordomuti e handicappati fisici. L’Organizzazione Mondiale della Sanità le forniva i medicinali essenziali e Annalena provvedeva alla spesa del mantenimento della struttura ospedaliera, agli stipendi per il personale, al cibo per i pazienti, a materiale e attrezzature scolastiche… L’ONU l’ha insignita del prestigioso premio Nansen a Ginevra il 25 giugno 2003. È deceduta in seguito a un attentato a Borama il 5 ottobre 2003. Al termine di questo anno associativo, in cui l’attenzione è stata rivolta al generare, ho vissuto come Provvidenza il dono della biografia di questa donna: esempio e stimolo. Precedere nell’amore: mi pare questa la sua nota caratteristica. Una testimonianza fatta di azioni coraggiose, rivoluzionarie, nei confronti di un popolo con il quale non ha mai potuto parlare apertamente di Gesù. Un popolo che ha amato con tutta se stessa, a prescindere dal credo religioso e politico. L’amore che l’ha guidata però ha lavorato. Le persone che l’hanno incrociata e anche noi, ora, possiamo riconoscere in lei una attenzione, una capacità organizzativa, una delicatezza di sguardo di cui far tesoro e tali da rendere superfluo il consiglio che San Francesco rivolgeva ai suoi: «Predicate sempre il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole».