Abbiamo bisogno di una stella

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dall’approfondimento proposto dall’assistente diocesano don Giampaolo Tomasi sulla Settimana dell’Unità dei Cristiani 2022 – Camminiamo Insieme gennaio 2022

 

«In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo» (Mt 2,2)

Il mese di gennaio 2022 è iniziato con la Giornata mondiale per la Pace e lo chiuderemo con la nostra Giornata Unitaria (annullata per il peggioramento della pandemia, ndr), ma non vorrei passasse distrattamente la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani (18-25 gennaio), per questo vi propongo alcuni brani di riflessione tratti dal sussidio preparato per questa speciale Settimana.
Quest’anno il Pontifício Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani e la Commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle Chiese hanno chiesto alle Chiese del Medio Oriente di offrire a tutti i cristiani del mondo una traccia di preghiera e di riflessione per un comune cammino di fede. Le Chiese del Medio Oriente hanno scelto e ci propongono il Vangelo della visita dei Magi a Betlemme (leggi Mt 2,1-12).

Lo sappiamo, i Magi erano sapienti che scrutavano il cielo di notte e una stella li mise in cammino finché giunsero a Betlemme e riconobbero in un neonato il Re universale, il Dio Salvatore e l’Uomo che tutti avrebbe redenti, e per questo gli offrirono oro, incenso e mirra.
Nei nostri Presepi abbiamo collocato tre statuine che li rappresentano: nel mio hanno fattezze e colore della pelle diverse. Sono rappresentanti della diversità dei popoli della terra, delle molteplici culture e storie dell’umanità che hanno sempre viva la sete di verità, di bontà e di bellezza.

È scritto nel testo preparato per questa Settimana di Preghiera: «L’umanità anela a Dio fin dall’inizio della creazione per onorarlo. La stella è apparsa non appena il Bambino divino è nato, nella pienezza dei tempi, e annuncia la tanto attesa salvezza che ha inizio nel mistero dell’Incarnazione.
I Magi ci rivelano l’unità di tutti i popoli voluta da Dio. Viaggiano da paesi lontani e rappresentano culture diverse, eppure sono tutti spinti dal desiderio di vedere e di conoscere il Re appena nato; essi si radunano insieme nella grotta di Betlemme, per onorarlo e offrire i loro doni.
I cristiani sono chiamati ad essere un segno nel mondo dell’unità che Egli desidera per il mondo. Sebbene appartenenti a culture, razze e lingue diverse, i cristiani condividono una comune ricerca di Cristo e un comune desiderio di adorarlo.
La missione dei cristiani, dunque, è quella di essere un segno, come la stella, per guidare l’umanità assetata di Dio e condurla a Cristo, e per essere strumento di Dio per realizzare l’unità di tutte le genti».

I Magi giungono da Oriente nella città della Pace, Gerusalemme, e questa indicazione deve ricordarci che in Medio Oriente è apparsa la Salvezza per la bontà del nostro Dio “come luce che sorge” (Lc 1,78).
È scritto nel testo già citato: «Fu in Medio Oriente che la Parola di Dio mise radici e diede i suoi frutti: il trenta, il sessanta e il cento per cento. E fu da questo Oriente che gli apostoli partirono per predicare il Vangelo fino ai confini della terra (cfr At 1,8). Il Medio Oriente ha anche donato alla Chiesa migliaia di testimoni e di martiri cristiani. Eppure, oggi, l’esistenza stessa della piccola comunità cristiana è minacciata, giacché molti sono spinti a cercare altrove una vita più sicura e serena. In questi tempi difficili, la luce del cristianesimo in Medio Oriente è sempre più minacciata, proprio come lo fu il Bambino Gesù, che era la Luce».
Oggi il mondo è in confusione e non voglio qua indicarne le cause; l’umanità ha bisogno di una stella che ricordi a tutti che il Signore “non dorme né riposa” (Sal 121,4) ma cammina accanto al suo popolo e lo custodisce.

«Ma dov’è la stella che illumina la via verso di lui? Essere la stella che illumina il cammino verso Gesù, Luce del mondo, è precipuamente la missione della Chiesa. È in questa missione che la Chiesa diviene segno di speranza in un mondo travagliato e segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo, nelle difficoltà della vita. Con la parola e con l’azione i cristiani sono chiamati ad illuminare la via perché Cristo possa essere rivelato, ancora una volta, alle nazioni».
«La stella che brillò in oriente, nel Medio Oriente, duemila anni fa ci chiama ancora verso la mangiatoia, dove Cristo nasce. Ci attira laddove lo Spirito di Dio è vivo e operante, e ci richiama alla realtà del nostro battesimo e alla conversione del cuore. Dopo aver incontrato il Salvatore e averlo adorato insieme, i Magi, avvertiti in sogno, fanno ritorno nei loro paesi per un’altra strada. Allo stesso modo, la comunione che condividiamo nella preghiera comune deve ispirarci a fare ritorno alle nostre vite, alle nostre chiese e al mondo intero attraverso strade nuove. Percorrere strade nuove significa pentirsi e rinnovare la propria vita, la vita delle nostre chiese e della società. Seguire Cristo è questa nuova strada e, in un mondo effimero e mutevole, i cristiani devono restare saldi e sicuri».

Ormai la società trentina è multiculturale e a scuola, negli ospedali, nei servizi di ogni genere, forse vicino a casa nostra abitano e lavorano cristiani di altre confessioni: conosciamoli, presentiamoci per condividere la medesima fede in Gesù Salvatore di tutti e la Stella che brilla attirando a sé chiunque cerca la Verità, la Bontà e la Bellezza.

don Giampaolo