La proposta di spiritualità per laici 2018/2019

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Un anno di… preghiera

Il 3 settembre 1978 – 40 anni fa – da giovane seminarista ero in piazza San Pietro al secondo Angelus di Giovanni Paolo I. Ricordo che concluse il suo breve discorso, come fa normalmente Papa Francesco (“E non dimenticate di pregare per me”).

Giovanni Paolo I, invitando a pregare per lui e citando san Gregorio Magno, nella sua memoria, disse: «“Gettatemi una tavola di salvezza con le vostre preghiere”. Io dico altrettanto; però non solo il Papa ha bisogno di preghiere, ma il mondo. Uno scrittore spagnolo (Donoso Cortes) ha scritto: “Il mondo va male perché ci sono più battaglie che preghiere”. Cerchiamo che ci siano più preghiere e meno battaglie».

Allora anche noi di Ac vogliamo dare il nostro contributo a far andare meglio il mondo, a diffondere pace, ad evitare “guerre” piccole o grandi, alimentando e favorendo uno stile di vita nella preghiera. Per questo dedicheremo le nostre sei Giornate di Spiritualità proprio al tema della preghiera, come dialogo con Dio e attenzione al mondo.

Papa Francesco nella sua ultima Esortazione Apostolica Gaudete ed exsultate (19.03.2018) sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo parla di preghiera almeno trenta volte e al n. 147 scrive: «Malgrado sembri ovvio, ricordiamo che la santità è fatta di apertura abituale alla trascendenza, che si esprime nella preghiera e nell’adorazione. Il santo è una persona dallo spirito orante, che ha bisogno di comunicare con Dio. È uno che non sopporta di soffocare nell’immanenza chiusa di questo mondo, e in mezzo ai suoi sforzi e al suo donarsi sospira per Dio, esce da sé nella lode e allarga i propri confini nella contemplazione del Signore. Non credo nella santità senza preghiera, anche se non si tratta necessariamente di lunghi momenti o di sentimenti intensi».

Io non sono capace di pregare”: è un’affermazione che spesso la gente confida al proprio prete; e non è vero, perché chi lo dice sta già pregando, è in cammino verso Dio, è sulla buona strada. Sovente poi in confessione qualcuno dice anche: “Comincio a pregare e poi … mi perdo, mi distraggo, mi vengono in mente altre cose” … Che cosa? La nostra vita che chiede di diventare preghiera: i problemi di famiglia, i figli, il lavoro, le cose da fare, la preoccupazione per il futuro, il peso del passato… Tutte realtà che non debbono essere estranee alla nostra preghiera. La preghiera non è evasione dalla vita, ma è portare la vita davanti a Dio, è aprire l’esistenza alla presenza di Dio, affidando a lui le persone, le situazioni e la vita!

Il discorso sulla preghiera deve partire dagli esempi di preghiera concreta: quanti ce ne sono nella Bibbia! Non solo nel Nuovo Testamento, ma anche nell’Antico Testamento: oltre ai 150 Salmi (un apposito libro), si possono individuare almeno altre 60 preghiere, tutte molto concrete, legate a persone e situazioni anche simili alle nostre (nella sofferenza, nella gioia, nel dubbio…). Spesso proprio nei Salmi la preghiera nasce dalle situazioni della vita. Per esempio la preghiera di Ester (al capitolo 4 del libro dell’Antico Testamento che porta il suo nome) esprime una situazione di vita che diventa preghiera: lei è una regina e il suo popolo rischia lo sterminio.

Tertulliano dice: “Se non trovi altro motivo per cui si debba pregare guarda al Signore Gesù; lui stesso pregava”. Gesù, che apparteneva a un popolo che sapeva pregare, ha insegnato ai suoi con l’esempio e con dei testi; egli ha pregato da solo e con la comunità. Due sono le caratteristiche fondamentali della preghiera biblica e di quella cristiana (la liturgia): il memoriale (ricordo, contemplazione) e l’epiclesi (invocazione, supplica).

Quarant’anni fa, il 16 ottobre 1978, veniva eletto Vescovo di Roma San Giovanni Paolo II. Per me e per quanti l’hanno conosciuto e visto da vicino rimane il ricordo incancellabile di come pregava e con quale intensità, in qualsiasi luogo e momento. In una sua testimonianza del 27 ottobre 1995 egli ci insegnava anche a pregare come faceva lui: scrivere su un quaderno i nomi delle persone che incontriamo e ogni tanto rileggere questi nomi davanti al Signore, per presentarli con semplicità e amore a lui.

Così scrivevo in una sorta di Diario pubblicato su Vita Trentina: “Ma quello che mi colpisce ancora una volta è il momento intimo e privato del sostare in silenzio e in preghiera nella Santa Casa di Loreto (si era nel 1995). Il Papa sta a lungo in ginocchio. È l’atteggiamento tipico di Karol Wojtyła. La sua stessa conformazione fisica sembra fatta per stare in ginocchio; o forse lui stesso l’ha ormai plasmata per questa singolare postura. Quante volte nel corso dei viaggi si è visto più d’uno allontanarsi perché non ce la faceva più a stare in ginocchio, mentre Giovanni Paolo II, mai stanco in quella posizione, rimaneva a lungo in quell’atteggiamento, insieme fisico e spirituale. Un corpo che vibra in preghiera dalle ginocchia, ben piantate per terra, alle mani, strette e rivolte verso il Cielo”.

don Giulio

L’itinerario di spiritualità 2018/2019

 

L’Arcidiocesi di Trento, grazie alla collaborazione con l’Azione cattolica diocesana, propone per l’anno pastorale 2018/2019 le

Giornate di spiritualità per laici

La preghiera, dialogo d’amore

«La preghiera è un atto umano che appartiene al nostro DNA… è una formidabile operazione di umanizzazione… occasione per diventare fratelli e diventare Chiesa»

(Vescovo Lauro, Trento ottobre 2017 “Perchè pregare oggi?”)

Il Vescovo Lauro ha chiesto che l’Azione cattolica si prenda cura della proposta di spiritualità per tutti i laici della Diocesi, con le Giornate di Spiritualità e i corsi di Esercizi Spirituali in Avvento e Quaresima. Con questo itinerario desideriamo offrire a chi lo vuole, lo desidera, ne sente la necessità, uno spazio e tempo di silenzio, di ascolto, di riflessione, di adorazione e di condivisione, cioè di preghiera, insieme aiutandoci, sostenendoci e incoraggiandoci a vicenda. Aiutati da alcune realtà e comunità religiose, sperimenteremo concretamente stili e modi per pregare nel quotidiano.

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Dall’esortazione apostolica Gaudete et Exsultate di Papa Francesco:

«La preghiera è preziosa se alimenta una donazione quotidiana d’amore» (n. 104).
«Il santo è una persona dallo spirito orante, che ha bisogno di comunicare con Dio» (n. 147)

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Dalla relazione di Paola Bignardi “La preghiera: dare sapore alla vita”, Trento, ottobre 2017:

«La preghiera è espressione della fede che si traduce in relazione, in dialogo, in parola, e cambia con noi, prendendo il colore della nostra età, delle situazioni della nostra esistenza, delle nostre esperienze… Se la preghiera è espressione di una relazione con Dio, fatta di affidamento e di protezione, di fiducia e di cura provvidenziale, allora anche la vita dei laici può trovare in essa la propria forma: non sarà quella stabilita da norme impersonali e rigide, ma avrà la forza e la fragilità di un amore, di un dialogo che si snoda dentro la vita con le sue irregolarità… La preghiera è scrutare la vita per cogliere in essa i segni della presenza di Dio»

La partecipazione è libera, iscrizione presso la segreteria di Azione cattolica per il pranzo.

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