dall’articolo dell’addetto stampa associativo, pubblicato su Camminiamo Insieme Dicembre 2024
Una tv al servizio del cittadino
Marica Terraneo si racconta come giornalista e mamma
Marica Terraneo, giornalista professionista, direttrice di RTTR e RTT La Radio dal 1 settembre 2011, dopo 13 anni e ventisette complessivi in redazione decide di cimentarsi in nuove avventure professionali e approda a Trentino TV dove ogni mattina conduce la trasmissione “Mattino Insieme” improntata sull’attualità con ospiti in studio e collegamenti esterni.
Sei una giornalista della tv molto conosciuta. Avverti un senso di responsabilità nel comunicare le notizie nello sceglierle e raccontarle?
Certo! Ed è giusto che ci sia responsabilità perché noi comunichiamo notizie, informazioni e sono la base su cui le persone si costruiscono un’idea… e anche la scelta delle notizie ha importanza.
Da piccola cosa volevi fare? Per cosa ti eri preparata?
Io volevo fare la maestra! E mio marito mi dice sempre che per fortuna delle nuove generazioni ho cambiato idea. Io facevo la maestra ai miei cugini che sono più piccoli di me. Insegnare è tutt’ora il mio sogno anche se ho la maturità classica che non mi permetterebbe di farlo. Ho comunque grande stima verso gli insegnanti.
Sposata, mamma e giornalista… un lavoro che richiede di essere attivi 24 ore su 24…
Oggettivamente non è semplice conciliare le cose, soprattutto quando hai un ruolo di direzione. Non hai orari e prima di conciliare il ruolo devi riordinare i pensieri nella tua testa per staccare e riorganizzarti. Con tutti i mezzi di comunicazione che esistono oggi è difficile staccare e appunto in virtù di questo ho deciso di fare un passo indietro. Ho lasciato un incarico che mi ha dato soddisfazioni per avere ora una pianificazione oraria che mi permetta comunque di fare la giornalista e dedicarmi alla famiglia come mamma e moglie.
Da genitore come ti approcci ai social?
Io ho un bambino ancora piccolo perché ha 10 anni e potenzialmente potrebbe averne l’accesso ma non ce l’ha. I social sono strumenti tanto utili ma a doppio taglio e di conseguenza bisogna educare i bambini a selezionarli e capire perché certe cose non vanno bene, specie quando utilizzano il tablet. I ragazzi sono nativi digitali e impedire loro l’accesso ai nuovi strumenti non è giusto. E’ un attimo però distrarsi e vedere che il proprio figlio entra in siti magari violenti. Anche con i videogiochi bisogna avere attenzione, sia sul tema che sui tempi di utilizzo.
Hai raccontato tanti eventi. Quale è quello che più ti ha catturato?
Quando ero ancora redattrice per RTTR mi ha molto coinvolto la frana a Romagnano, dove abitavo, nel novembre 2000. Si era spenta la luce in tutto il paese e ho avvisato la tv. Con L’operatore abbiamo documentato tutto. Per me è stato un coinvolgimento personale e avevo il timore che fosse coinvolto anche qualche abitante. Raccontare l’evento in luoghi a me familiari è stato un momento formativo. Non si deve cercare lo scoop sensazionale ma è doveroso comunicare l’accaduto dando informazioni aggiornate. Essere quindi una Tv al servizio del cittadino è stato molto importante. Ecco, come dicevo prima, il senso di responsabilità che emerge. Ricordo poi Vaia con i danni in tutto il Trentino e il Covid. In particolare quando in una giornata abbiamo rivoluzionato la programmazione per dare una informazione corretta ai cittadini, molti di loro chiusi in casa davanti alla tv . Abbiamo ricevuto diverse telefonate che chiedevano notizie aggiornate e ci ringraziavano per la compagnia che facevamo loro.
Hai avuto mai modo di raccontare particolari eventi della Chiesa Trentina?
L’avvicendamento del vescovo soprattutto. Avevamo commentato in diretta l’ordinazione di Mons. Lauro Tisi. Ricordo delle belle riflessioni fatte da don Lauro all’ordinazione e i momenti di festa. Ma il vescovo fa sempre delle profonde riflessioni su temi delicati come le oggettive difficoltà della Chiesa nell’essere seguita dai laici e la necessità di un cambiamento di passo.
Nuove povertà, senza tetto, famiglie in difficoltà, sono argomenti quotidiani che forse non fanno più notizia… a scapito di informazioni più legate a dibattiti politici, appalti, morti improvvise, meteo. Ci siamo assuefatti a certi problemi?
Purtroppo il rischio è questo. Anche parlando recentemente della giornata contro la violenza sulle donne si diceva che certi comportamenti oggigiorno sono normali come la gelosia o il controllo della persona. Vengono erroneamente interpretati come senso di attenzione verso il partner. In generale siamo abituati ad accedere a talmente tante informazioni che poi si finisce per non aver più la percezione di una scala di importanza come appunto la presa di coscienza della povertà. E in molti casi le persone soffrono perché hanno remore nel comunicare il loro stato di disagio, come appunto diceva anche Mons. Tisi. Una delle priorità di chi fa informazione è appunto tenere i riflettori accesi anche su queste tematiche, dare voce a chi ne ha meno. Se si dice che si bada più alla politica, diciamo anche che la politica stessa è affrontare questi problemi.
Qual è l’evento che vorresti raccontare?
La mia risposta sarà banale: la fine delle guerre. Noi stiamo vivendo la Guerra, e rischiamo di assuefarci. Ma attenzione, perché anche se qualcuno dice che la guerra oggi non ci tocca personalmente è assurdo, come si fa a non essere coinvolti in prima persona. La fine dei conflitti è la prima condizione affinché si possa fare dell’altro in ogni campo.
Si conclude l’intervista e l’argomento Chiesa è sempre un tema sentito dai giornalisti. Che poi io abbia intervistato Marica davanti ad un piatto di … strangolapreti è solo una curiosa informazione!
Alessandro Cagol