Le Acli: servizio alla persona

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dall’intervista al Presidente delle Acli del Trentino Walter Nicoletti pubblicata su Camminiamo Insieme maggio 2025

Responsabilità per le Acli di oggi

Walter Nicoletti, nuovo presidente delle Acli trentine dal 23 novembre 2024, è giornalista, conduttore televisivo, esperto nel settore dell’agricoltura di montagna. Da più di 40 anni è impegnato nelle iniziative di questa realtà che conta 16.000 iscritti e oltre 50 circoli e soddisfa le richieste di circa 200.000 utenze.

Walter Nicoletti

Presidente, il suo incarico è un onore ma con tanti iscritti anche una grande responsabilità…
Le Acli hanno una lunga storia. Il prossimo anno festeggeremo gli 80 anni e quindi sono diversi i presidenti e le presidenti che si sono alternati in tutti questi anni. Il senso di responsabilità è condiviso con la gioia di portare avanti il testimone di una realtà che è longeva e ricca di esperienze e rappresenta una risorsa importante per il Trentino e le sua comunità.

Qual è il mandato principale delle Acli e su cosa puntate?
Il servizio alla persona è il focus principale, ovvero i più bisognosi, le fasce meno garantite e la tradizione del lavoro, perché Acli significa Associazioni cristiane lavoratori italiani e quindi è un impegno nell’elaborare servizi e rappresentanza per la loro tutela, pur non essendo un sindacato.

Il ruolo di giornalista sempre a contatto con la gente, specie quella di montagna che segue con la sua trasmissione, la sta agevolando nel suo mandato di presidente?
Alle volte faccio un po’ di fatica a gestire entrambi i ruoli e magari al mattino faccio io le domande e al pomeriggio invece vengo intervistato. Devo però dire che il mio nuovo ruolo nelle Acli mi dà veramente la possibilità di stare a contatto con la gente, il popolo, che mi porta ad interpretare un pensiero sociale che è anche quello della Chiesa che ci avvicina alla condivisione e al rispetto dello sviluppo integrale della persona.

Parliamo proprio di Chiesa, quali sono i rapporti?
Sono di condivisione, soprattutto se pensiamo al magistero di Francesco. Parte dalle problematiche sociali e ci avvicina al tema della pace e all’attenzione alla società trentina che deve passare dall’accoglienza all’integrazione, per superare delle forme di paura e resistenza nel capire il significato di una società multietnica. C’è ricerca di collaborazione con le parrocchie. Certo in passato, dopo il Concilio Vaticano II, negli anni ’70, le Acli hanno assunto posizioni critiche nel richiamare la Chiesa ai principi evangelici.
Ecco: alle volte ci capita di esprimere posizioni critiche quando la Chiesa si fa potere, ma in genere c’è condivisione.

Pensando alle Acli, tra i tanti servizi c’è il Patronato, e si pensa ai calcoli della pensione. Ma i trentini hanno paura di non farcela a vivere solo con la pensione?
La pensione è un problema, ma ancora di più in questo periodo lo è la caduta del potere di acquisto. In questi giorni stiamo pubblicando una ricerca sulla dichiarazione dei redditi e già si potrà osservare che l’anno scorso una famiglia media trentina perdeva il potere di acquisto equivalente a 6 carrelli della spesa in un anno. Quindi non c’è dubbio che aumentano le povertà e noi lo registriamo presso le nostre sedi periferiche: situazioni tranquille sotto il profilo economico un anno fa, ora iniziano a vacillare e questo è un campanello d’allarme dovuto anche ai conflitti, con aumento dei costi energetici e di materie prime.

Uno dei motti per la sua presidenza è il “passaggio generazionale”, ne abbiamo già accennato; cosa intende?
È la sfida di tante associazioni oggi, perché facciamo fatica a pensare al futuro in questi luoghi della solidarietà. Il volontariato è cambiato e un giovane ora non fa un solo lavoro e vive magari una situazione di precariato che rischia di durare tutta la vita e non ha tempo da dedicare al volontariato. Dobbiamo tornare ad occuparci dei giovani e fare il possibile affinché rimangano qui e non vadano all’estero, trovando qui le ragioni di una realizzazione lavorativa e famigliare. “Passaggio generazionale” significa tornare a pensare al futuro immaginando la nostra terra tra qualche anno, con una società multietnica ma che dovrà aprirsi sempre di più al contributo dei giovani per includerli nel ruolo di dirigenti e nella formazione delle classi dirigenti.
Con il mio vicepresidente Francesco Campaci, che ha 23 anni, abbiamo fatti dei passi, ma rimane la sfida principale.

Che messaggio darebbe ad una famiglia trentina appena formatasi con figlio/i?
Ritrovarsi il più possibile assieme ad altre famiglie per creare condivisione. Come Acli collaboriamo con altre associazioni anche del mondo cattolico per far sì che chi crede nella famiglia non si senta solo: bisogna trovare relazioni, condivisione, solidarietà, incontro, dialogo perché insieme il cammino è meno arduo e più felice.

Si conclude l’intervista con Walter Nicoletti. Spesso lo abbiamo visto in tv nel mondo dell’agricoltura, ora come un buon agricoltore sta seminando la terra delle Acli affinché questa realtà in futuro possa avere piante che germoglino e diano buoni frutti.

Alessandro Cagol