l’intervista del nostro addetto stampa al gruppo musicale trentino, pubblicata su Camminiamo Insieme febbraio 2025
Tre ragazzi e la scelta coraggiosa di seguire uno stile di vita
Un gruppo musicale rock alternativo formatosi nel 2003, tre ragazzi originari della Valsugana: Jacopo, Federico e Michele diventano un fenomeno mediatico nel 2009, quando giungono secondi a XFactor, allora trasmesso dalla Rai.
Una scelta controcorrente del gruppo li porta a rinunciare a una collaborazione con Sony per dedicarsi a ciò che a loro è più confacente e in linea con le loro idee musicali e gli ideali maturati in famiglia. Insomma, al di là del successo hanno scelto di “Restare Umani”, come recita il titolo di un loro brano del 2023.
Nell’ultimo Capodanno hanno allietato il pubblico nel maxi-concerto organizzato in piazza Duomo a Trento.
Siete un gruppo musicale, e soprattutto amici, da 22 anni.
Le nostre strade si sono intrecciate, come accade spesso, per caso, per scelte di vita che ti portano a incontrare persone. Noi ci siamo conosciuti all’Istituto Tecnico Industriale di Trento perché volevamo diventare periti edili. Nel triennio della specialistica è nata la nostra amicizia.
Il tempo non ha mutato il vostro modo di esprimervi, con scelte anche coraggiose. La notorietà non vi ha fatto girare la testa, anzi vi ha fatto capire che era meglio stare in una dimensione umana.
È sempre questo lo scopo… Se una persona vuole la notorietà noi non possiamo dare consigli, perché noi non cercavamo quello: noi volevamo esprimerci con la nostra musica liberamente ed essere apprezzati per quello che siamo. Trovare la nostra libertà significava fare quello che volevamo dal punto di vista artistico, a prescindere dal successo che sarebbe arrivato o meno. Abbiamo sempre pensato che sarebbe stata la nostra musica a indicarci la strada. Altri fanno una scelta diversa e puntano alle foto o ai racconti di storie a beneficio dei social. Noi non siamo in quella dimensione e oggi abbiamo le nostre attività primarie: Michele lavora in un’officina di autoriparazione, Federico nella falegnameria e Jacopo fa il perito edile. La passione ci impegna a trovare il tempo per continuare il nostro percorso musicale. E grazie a questo abbiamo la fortuna di conoscere gente nuova e di visitare posti interessanti.
La vostra vita però è cambiata… ora siete padri di famiglia.
Siamo entrati tutti nel “club”. Federico e Michele hanno due figli e Jacopo uno, tutti maschi. I figli di Federico, più grandini, si coltivano le loro passioni e amicizie, sono sportivissimi, appassionati di competizioni come corsa, salto, lancio.
Avete mai pensato di fare una canzone tutta sul mondo religioso?
Jacopo è impegnato anche in un gruppo, i “Karatechesi”, che interpreta in maniera punk canzoni religiose dei Gen verde e rosso, dove è espressamente dato un messaggio religioso.
Nel nostro gruppo invece facciamo brani dove lasciamo ad ognuno cercare il significato della canzone. Se si parla del Signore si deve portare rispetto nello stile della musica. Il nostro mondo musicale è diverso, nello scrivere i testi non tocchiamo quelle corde espressamente religiose.
Ciò che avete imparato nella vita e dai vostri genitori lo state applicando alle vostre famiglie?
Il carattere della persona e il focus sono gli aspetti più importanti, mentre il resto è solo contorno. Federico apprezza il tennista Sinner, perché è uno che pensa alla gara successiva e a migliorarsi con costanti allentamenti, sempre concentrato e con pochi fronzoli nonostante sia il più forte del mondo.
Venendo alla nostra esperienza, la cultura del lavoro imparata dai nostri genitori e il rapporto che abbiamo con loro, contrastavano con il mondo della televisione, con il tantissimo tempo perso ad aspettare le registrazioni. La questione dell’etica del lavoro conosciuta in famiglia era ben diversa da quella che avevamo provato in TV. L’ambiente che ti circonda in famiglia ti aiuta nel formarti e noi siamo stati fortunati.
Anche oggi i rapporti umani nei territori in montagna, in piccole isole, ti danno una sorta di responsabilità nei confronti degli altri, perché li conosci. In città non sai chi abita accanto a te, sono tutti sconosciuti e scollegati. Noi cerchiamo di dare questo messaggio di solidarietà e responsabilità. Quale sarà il futuro per i nostri figli? Abbiamo una certezza: le montagne intorno a noi e la Vigolana rimarranno sempre salde a proteggerci!
Sono le 21 passate quando si conclude l’intervista, e ora spazio alle prove fino a notte perché i figli dormono e non si sacrifica il tempo alla famiglia. Poi via al mattino a lavorare come sanno fare bene, da veri trentini, Federico, Michele, Jacopo. Non c’è alcun dubbio che, rispetto al mondo ovattato, dorato e spesso finto della televisione, la loro vita è un’altra musica!
Alessandro Cagol