articolo dell’assistente diocesano, pubblicato nella rubrica “Verso il Giubileo” su Camminiamo insieme maggio 2025
La Pasqua del Signore è all’origine della speranza
Abbiamo celebrato la festa più solenne dell’anno liturgico: la Pasqua del Signore Gesù è l’evento fondamentale di tutta la storia della salvezza.
Se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede, ci dice san Paolo, vana sarebbe la nostra speranza. È talmente grande il giorno di Pasqua che – solo fra tutti – viene chiamato “il giorno del Signore”: «Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed in esso esultiamo» (Salmo 117).
Nella Veglia Pasquale abbiamo fatto una preghiera che esprime in modo significativo l’unicità di questo giorno: «Se fu grande all’inizio la creazione del mondo, ben più grande fu l’opera della nostra redenzione attraverso la Pasqua di Cristo».
La vita alla luce del Risorto
In Cristo risorto, tutta la vita risorge: questo è il motivo della speranza e della gioia che oggi pervade tutta la Chiesa e tutta la storia degli uomini.
La notizia della risurrezione di Gesù è la causa di quella gioia e di quella speranza che hanno animato i discepoli nel sentire che Cristo non era più nel sepolcro, ma era con loro. A Pasqua sperimentano che tutto ciò che avevano aspettato dalle promesse di Cristo si realizza. La violenza di cui erano vittime, i giochi di potere che avevano portato all’uccisione del loro Maestro non avevano avuto il sopravvento: il sepolcro si è spalancato; le tenebre, il male, il peccato e la morte non sono stati capaci di imprigionare e sconfiggere la potenza di Dio e la vita che viene da lui.
Gli Atti degli apostoli che leggiamo nel tempo pasquale ci attestano che il Vangelo di Gesù, la parola che aveva annunziata, i segni che aveva fatto, la sua passione e morte devono essere letti e interpretati alla luce della risurrezione: Gesù è risorto perché gli uomini abbiano una nuova vita, un cuore nuovo, la forza e il coraggio di cambiare la storia e di orientarla verso progetti di amore, di pace, di riconciliazione, di responsabilità e di condivisione.
Anche noi Chiesa troviamo consistenza e sorgente della missione tra gli uomini dalla risurrezione di Gesù, dallo Spirito che Gesù effonde sui suoi discepoli, dalla speranza di avere sempre con noi il Signore che anche a noi come ai discepoli dice: «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20b).
Fare Pasqua
Noi siamo la Chiesa di Gesù che ha ricevuto lo Spirito del Cristo risorto per compiere la missione di portare gli uomini all’incontro con il Signore, per rendere la storia il luogo della presenza della risurrezione di Cristo. Avere oggi questa convinzione e diffondere nel mondo questa speranza è difficile, ma è questo il compito dei discepoli del Signore Gesù. Speriamo nel bene, nell’amore che vince il male, anche se pessimismo, passività, rassegnazione e indifferenza – anche di fronte al male che dilaga nella storia – sono i sentimenti che dominano nel nostro tempo e in tanti cristiani.
Fare Pasqua è far esplodere la vita e i doni che il Risorto ha posto in ciascuno di noi con il battesimo, è chiedere a Cristo di aprire il sepolcro chiuso della nostra esistenza, perché si manifesti la potenza di Dio, rinasca la vita, sia sconfitto il male che ci divide e ci annienta.
Fare Pasqua vuol dire: io oggi posso ricominciare a vivere, voglio vivere la mia vita in pienezza. Cristo risorto diventa in me la fonte della mia vita e la forza della mia storia: mi attacco a lui con tutte le mie forze, perché in lui posso trovare il coraggio di donare me stesso e la speranza di lottare ogni giorno.
Fare Pasqua non può essere limitata ad un giorno dell’anno. Proprio perché è un fatto centrale della nostra vita di cristiani, così ricco di grazia e di forza rinnovatrice, deve continuare, deve essere sempre presente nella nostra vita e nella nostra storia.
Ogni domenica la liturgia della Chiesa ci fa vivere la Pasqua di Cristo. Ogni sacramento che riceviamo rinnova la Pasqua in noi. Ogni volta che l’uomo è capace di un vero atto di amore, è Pasqua. Ogni volta che dona la vita, che si impegna per la pace, che perdona, che condivide con gli altri, ogni volta che fa crescere una storia di liberazione è Pasqua.
Il Risorto è la nostra speranza
Oggi pesa sulla nostra storia personale, familiare e anche comunitaria la mancanza di speranza di poter fare cose nuove, di poter cambiare la società con i valori in cui si crede.
Anche molti cristiani a volte non sperano più, non hanno più fiducia nei valori del Vangelo, nella forza rinnovatrice della loro fede.
La risurrezione di Gesù, con la sua portata nella vita personale dei cristiani e nella storia dell’umanità, venga a ridare speranza anche lì dove sembra che tutto sia fallito, perché essa è un evento di Dio e non dell’uomo. Dio può tutto.
Il Vangelo dice che sono state le donne che si erano recate al sepolcro a dare l’annuncio della risurrezione.
Al tempo di Gesù la donna era considerata debole; Cristo la sceglie come annunciatrice del più grande fatto storico capace di cambiare il mondo.
Non conta la debolezza: Dio sceglie i deboli per fare le sue meraviglie. Ciò che vale è che ci si apra a fare l’esperienza di Dio e della risurrezione.
Dove è presente lo Spirito, lì c’è una forza che è più grande di ogni forza umana e più capace di rinnovare il mondo. Sia questa anche la nostra esperienza pasquale e che il Signore ci renda capaci di portarla nel mondo e nella storia quotidiana tutti i giorni della nostra vita.
don Giampaolo