I movimenti della spiritualità nell’adulto

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Aiutati dallo psicologo e formatore don Andrea Peruffo, sacerdote della diocesi di Vicenza e assistente diocesano e regionale di Azione cattolica, nella terza serata “Nello stile di una fede adulta del corso di formazione “Spiritualità in movimento” l’esordio è stato sulla crisi del mondo degli adulti, con la necessità di “dare spazio alle domande che gli adulti si portano dentro, ascoltare le domande e le inquietudini”.

Nello stile della fede adulta si riconoscono 4 movimenti:

  1. agganciare la dimensione spirituale (che è dimensione intima, interiore, spirituale, senza dogmi) alla fede, come tensione che collega i fatti che accadono alla vita interiore
    Cosa vuol dire oggi “confidare nel Signore”, in un tempo in cui il credente è in crisi, fa fatica, prova stanchezza, inciampa e cade (come ben scrive il profeta Isaia in IS 40,27-31)? Significa uscire dall’autoreferenzialità e imparare a fidarsi.
  2. agganciare la fede alla vita: la fede ha qualcosa da dire nei momenti centrali della vita, nelle fasi di passaggio. Ogni fase della vita ha la sua maturità… così anche la fede e quel che credo deve passare “dal piano cognitivo” all’esperienza personale, al momento della vita che sto attraversando.
    E’ possibile una fede adulta, matura, se non c’è l’adulto, se non c’è l’uomo?
    Quel che credo mi appassiona, mi emoziona, aiuta la mia vita? Mi dona passione (gioia, emozione, significato)? Chi è triste può annunciare il Vangelo?
    Bisogna quindi trovare significati nuovi, “ristrutturare il modo di pensare”; “l’intento educativo è sintonizzare e creare domande che aiutano a incontrare mondi”.
    Nella nostra esperienza, un passaggio significativo corrisponde ad una conversione, in cui un fatto porta inquietudine, fatica, buio e nel confronto (e nella preghiera) si vede una luce nuova, che porta a scelte consequenziali, piccole ma interiormente significative.
  3. la specificità dell’adulto: oggi è “come se diventare adulti fosse una sfortuna, è un anello della catena che salta, e che fa saltare tutta la catena”.
    A cosa servono gli adulti?
    L’adulto ha esperienza, esperienza di vita, che è capacità di pensare, rallentare, stare dentro la complessità, mettere insieme i pezzi, dare profondità; è capacità di dialogo, di ascolto, di mettersi nei panni degli altri… se non lo facciamo noi, chi lo può fare? Non possiamo pretenderlo dai giovani
    Solo mettendo a frutto queste capacità si può entrare nella fede adulta; fede adulta è affrontare il dramma della morte con spirito pasquale, è “progressivo ridimensionamento dell’Io e delle sue attese” (autoreferenzialità, pretesa di arrangiarsi, di essere autonomi), riconoscendo il bisogno di aiuto nella quotidianità.
  4. imparare ad abitare l’incertezza, che è una dimensione normale della vita umana e spirituale, oggi più accentuata: “il rischio è maggiore perchè siamo soli” e serve raccogliere “la sfida del fare e essere comunità”, che è “vivere relazioni adulte, mature, senza dipendenza o manipolazione”, riconoscendo che “ho bisogno di te, ho bisogno di Dio”.
    L’incertezza “è necessaria se vogliamo aprirci alla novità”.

Per questo la spiritualità in movimento, la spiritualità dell’adulto è “spiritualità dell’incertezza, del forse, del provvisorio, del non sapere”… che è luogo connaturale “allo Spirito Santo, che ci provoca e ci smuove”; è spiritualità sempre nuova.