dall’editoriale della Presidente diocesana pubblicato su Camminiamo Insieme giugno 2024
Tu porti la vita verso una risposta
«Tu porti la vita verso una risposta soltanto portandola verso se stessa…» (dalla canzone 7+3 di Ultimo)
Una dichiarazione che mi ha incuriosito, perché dai suoi testi emerge una profonda sensibilità e un desiderio di ricerca che va verso un oltre. Per quanto i giovani d’oggi ci sembrino sempre peggio, si dimostrano in realtà molto sensibili ai temi etici come l’ambiente e pronti a protestare per ogni forma di ingiustizia. Nella loro dimensione diversamente spirituale cercano esperienze di senso, come il ritorno ai cammini degli antichi pellegrini, divenuti indubbiamente anche vie turistiche ma che richiedono sobrietà e favoriscono una ricerca interiore, o esperienze di servizio in luoghi e ambiti anche impegnativi.
Dai giovani il cerchio si allarga alle donne: domenica 16 giugno il quotidiano Avvenire ha pubblicato un’indagine sulla partecipazione alle recenti votazioni europee, da cui risulta che a disertare le urne sono state soprattutto le donne (6 su 10 non hanno votato), in un periodo storico in cui leader dei due principali schieramenti politici italiani sono donne, di cui una la prima presidente del Consiglio della storia repubblicana (e alla presidenza della commissione europea c’è una donna).
Questo dato fa eco ad un altro, rilevato dal sociologo Luca Diotallevi che nel suo ultimo saggio – “La messa è sbiadita” edito da Rubettino – esaminando il dato della partecipazione alle celebrazioni liturgiche dal 1993 al 2024 rileva che sono, in proporzione, le donne ad aver maggiormente abbandonato la frequenza negli ultimi anni.
Lasciando a chi ne ha la competenza elaborare tesi e controtesi, non possiamo però restare indifferenti davanti a questi dati.
Siamo custodi di una lunga storia associativa che ha visto giovani e donne profeti e protagonisti del cambiamento: i giovani Mario Fani e Giovanni Acquaderni e la Gioventù Femminile di Armida Barelli hanno formato generazioni di uomini e donne all’impegno civile ed ecclesiale, partecipi e protagonisti del processo che ha portato all’unità d’Italia prima e alla repubblica democratica poi.
Non possiamo limitarci a dire che sono i segni dei tempi: proviamo a mettere dentro la nostra programmazione parrocchiale e diocesana contenuti di pensiero, a riprendere le linee del Magistero sociale della Chiesa e a cogliere i segni di un linguaggio nuovo che cerca solo di far emergere ciò che di più antico c’è nell’animo umano: il desiderio di infinito.
Fabiola