in anteprima, l’editoriale della Presidente diocesana Fabiola per il numero di marzo della nostra rivista diocesana Camminiamo Insieme (di prossima pubblicazione)
Da Sanremo a San Pietro
Questa volta non è per il filo rosso della santità che unisce questi due luoghi, ma perchè si tratta di due contesti che, in modo diverso – decisamente diverso – ci hanno proposto, prima Sanremo e ora San Pietro, spunti di riflessione e testimonianze di vita, dove l’essere semplicemente se stessi nella normalità, la fragilità della malattia da non nascondere e il dono della vita scoperto e riscoperto giorno dopo giorno sono valori, ancora una volta, che ci restituiscono la nostra umanità.
Il festival di Sanremo, con tutto il suo carico mediatico, con scelte artistiche, promozionali o altro, può offrirci spunti per riflettere.
Mi piace cercare nei testi delle canzoni proposte riferimenti alla ricerca del senso della vita, della spiritualità e dell’esperienza di fede che gli artisti-cantanti esprimono, così da proporli in classe per far riflettere (forse) anche i miei studenti.
Nelle serate del festival tra ospiti e presentatrici la malattia, il dolore, la cura della vita sono stati temi presenti, così come nei testi di alcune canzoni.
Testi che ripropongono il tema della malattia vista da un figlio nell’assistere la madre; la riflessione di un padre sul percorso di crescita della figlia, sul valore e sulle fatiche del tempo che passa; la risposta ad una cultura sempre più fisica dove a vincere sembra essere il prepotente, quello che fa la voce grossa, da parte di chi tutto questo non è e non ha intenzione di esserlo, perché ciò che vuole è essere e restare semplicemente se stesso.
Come ci ricorda san Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi (1-2,10): «Quando sono debole, è allora che sono forte». La fragilità non è sinonimo di debolezza, ma di preziosità. Nella nostra fragilità possiamo ritrovare la nostra unicità, senza timore di mostrarci così come siamo.
E da Sanremo a San Pietro il salto è lungo, ma in fondo non così distante.
Stiamo vivendo giorni di intensa vicinanza e preghiera per accompagnare e sostenere papa Francesco nella sua degenza ospedaliera.
L’interesse mediatico c’è, ci sono persino i gadgets che personalizzano questo momento, ma non è su questo che mi voglio soffermare.
Stiamo riscoprendo la preghiera del rosario: una preghiera che accompagna, che non risolve o si sostituisce alle cure, ma che semplicemente dice il nostro voler esserci al suo fianco, accanto, per stargli vicino nella malattia, nella fragilità, per ricordargli il suo essere unico per noi, per la Chiesa comunità.
Il Papa stesso ha chiesto che siano comunicate le sue effettive condizioni di salute, che non venga nascosta la gravità del momento; non c’è nulla da nascondere nella malattia, neanche per il pontefice. Papa Francesco ci ha insegnato, in questi 12 anni di pontificato, ad essere noi stessi, ad accoglierci ed amarci come siamo, così come lui stesso ci ha mostrato con la sua umanità, la sua franchezza in parole e gesti. Perché, come dalla sera del 13 marzo 2013, papa Francesco ci ridice anche in questo tempo “non sono altro che Francesco”.
Fabiola
In particolare, la nostra Presidente ci segnala e ci suggerisce:
- Brunori Sas – L’albero delle noci (Sanremo 2025)
- Simone Cristicchi – Quando sarai piccola (Official Video – Sanremo 2025)
- Lucio Corsi – Volevo essere un duro (Sanremo 2025)