Per una scelta (in)formata sul Referendum Costituzionale

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Gli approfondimenti proposti sul sito dell’Ac nazionale La riforma costituzionale

Leggi la riflessione di Luigi Alici (già presidente nazionale di Azione cattolica, ) pubblicata sul suo blog Dialogando

 

Dall’introduzione all’incontro sul Referendum promosso dall’Ac di Volano il 7 novembre scorso di Claudia Pedergnana (aderente Ac di Volano e docente di diritto):

Vorrei – prima di introdurre l’esame della Riforma costituzionale – fare alcune osservazioni, due spunti di riflessione particolari che, nell’attuale dibattito attorno alla questione, mi sono parsi i più significativi e che ho colto nell’ultimo numero della rivista mensile “Camminiamo insieme”.

Sono due sollecitazioni che mi sembrano importanti nell’ambito del dibattito sviluppato attorno alla questione che ci accingiamo a discutere. Due spunti di riflessione che non sono ordinati per importanza.

  1. Richiama Matteo Truffelli nel suo intervento “REFERENDUM E’ TEMPO DEL DISCERNIMENTO” la necessità di concentrarsi sull’oggetto del contendere, la necessità di non cedere alle insistenze di chi vuole “…trasformare a tutti i costi il voto sulla riforma su un voto pro o contro il Governo.”
    C’è un evidente pericolo in questa operazione:

    • fa perdere di vista l’essenza di questo strumento di partecipazione che è il referendum, che i Padri costituenti hanno introdotto per dare valore alla sovranità popolare.Non si è chiamati a votare pro o contro un partito nella consultazione referendaria.

    • Altro rischio. Seguendo la strada di chi vuole dare valore partitico a questa consultazione non si assume la responsabilità di cittadini, non ci si informa, non ci si forma un’opinione critica. Ci si schiera a favore o contro uno schieramento politico senza riflettere. Formarsi un’opinione richiede fatica perché il corpo elettorale è chiamato in questa occasione ad analizzare un testo che non è semplice, sono richieste conoscenze a volte specialistiche.

    Occorre discernimento: saper riconoscere e prendere le distanze dalle manovre dei partiti, non sempre limpide, dalle polemiche che vogliono indurre l’elettore ad esprimersi pro o contro un determinato partito. Sottrarsi a questi condizionamenti non è facile.

    Secondo me un buon punto di partenza è ricordare perché è stato introdotto il referendum.
    I Padri nobili della Costituzione italiana hanno avuto il coraggio di confidare non solo nella democrazia rappresentativa (modo normale di decisione politica dove i cittadini eleggono i propri rappresentanti che operano in nome e per conto loro le scelte politiche).
    Essi hanno avuto il coraggio anche di affermare il carattere fondamentale ed incontestabile del responso popolare nel momento in cui hanno introdotto nella Carta fondamentale un istituto di democrazia diretta quale il referendum.
    Attraverso la democrazia diretta ricordiamo che il corpo elettorale esercita, come dice l’espressione stessa, la propria sovranità, stimola, controlla l’operato degli organi rappresentativi.
    Il referendum, ossia la richiesta fatta ai cittadini di pronunciarsi in prima persona su una norma giuridica,è il più importante istituto di democrazia diretta. In sede referendaria il responso popolare è stato valutato come il più genuino!
    Al responso popolare i Padri nobili della nostra Repubblica si sono coraggiosamente affidati anche in tempi durissimi. Ricordiamo il referendum istituzionale del 02/06/46.
    Al responso popolare è affidata anche la decisione relativa alla modifica della Costituzione repubblicana.

    E l’ elettore non può farsi espropriare questo suo bene! Non può l’elettore sottomettersi alle logiche di partito, cadere in questo tranello.

    Questo può arrecare grave danno al bene comune.

  2. Mons. Giulio Viviani ci ricorda nel periodico che siamo chiamati alla dimensione della comunità.

    Mi ha colpito la frase pensando all’intervento di questa sera. Penso che vivere la comunità debba significare anche assumere la propria responsabilità, non chiudersi in se stessi, non rifugiarsi nel privato, non distaccarsi dalla vita della società e della politica.

    Ultimamente, quando siamo chiamati alle urne, sembra prevalere un senso si sfiducia, amarezza, lontananza.Però possiamo anche cambiare questa tendenza.Orientando le nostre scelte verso il bene comune, chiedendo come elettori di favorire tutte le riforme che pensiamo possano rendere il popolo più partecipe nelle decisioni ,e potranno anche realizzare una reale trasparenza nell’opera dei governati.

Ricordiamo che è attraverso il voto l’unico modo che abbiamo per tentare di imprimere un rinnovamento.

Se rinunciamo qualcuno sceglierà per noi.

Ecco la riforma nel dettaglio (presentazione riforma costituzionale – file PDF)