A colpi di pedale

A colpi di pedale

Il 5 maggio inizia il Giro d’Italia, che quest’anno parte da Gerusalemme; anche per ricordare la figura di Gino Bartali, grande campione di ciclismo e “giusto tra le nazioni” per aver contribuito a salvare centinaia di ebrei durante la II Guerra Mondiale.

Un libro che è l’occasione, per chi ha qualche anno, di ricordare un indimenticabile campione dello sport, ma anche per farlo scoprire ai ragazzi di oggi che forse non lo conoscono, e per farlo conoscere in maniera simpatica, con un racconto agile che unisce la biografia al fumetto. Un campione a tutto tondo, Gino Bartali. Campione nello sport: 3 Giri d’Italia, 2 Tour de France, 2 Giri della Svizzera, 4 Milano-Sanremo, 4 campionati italiani, 3 Giri di Lombardia e molte altre gare vinte, nonostante la sua carriera sia stata interrotta per ben cinque anni dalla II Guerra Mondiale. Campione come uomo e come cristiano: sempre leale e generoso, anche se irruento e con un carattere sanguigno; aderente all’Azione cattolica fin da bambino e sempre guidato da una grande fede in Dio, non aveva paura di mostrare in pubblico la sua fede, nonostante le prese in giro dei colleghi e dei giornalisti quando dedicava le vittorie alla Madonna o approfittava del passaggio del Tour vicino a Lourdes per una visita e un momento di preghiera. E non si tirò indietro quando il cardinale di Firenze gli chiese aiuto per collaborare a una rete clandestina che cercava di salvare famiglie ebree durante la persecuzione nazi-fascista: incurante del rischio di essere arrestato o di rimanere coinvolto nei bombardamenti, con il pretesto degli allenamenti percorse centinaia di chilometri tra Firenze, Assisi e Roma per trasportare, nascosti nel telaio della bicicletta, i documenti falsi che avrebbero consentito agli ebrei di espatriare. Episodio rimasto a lungo sconosciuto perché, come diceva Gino, «certe cose si fanno e basta». Solo negli ultimi anni della sua vita questo suo ruolo fu reso pubblico da alcune delle persone che aveva contribuito a salvare, e solo dopo la sua morte fu riconosciuto ufficialmente con la medaglia d’oro al merito civile e il titolo di “giusto tra le nazioni”.