Credenti inquieti – Matteo Truffelli

Laici associati nella chiesa dell’Evangelii gaudium – Appunti per un’Ac che si rinnova– AVE 2016

Intenso, equilibrato; scorrevole e profondo; coinvolgente e programmatico. Tutto questo e molto altro il libro di Matteo Truffelli, l’attuale presidente nazionale dell’Azione cattolica, dal titolo che è già un programma di vita, personale ed ecclesiale: “Credenti inquieti”. Nel libro, in cui risuona una grammatica che già conosciamo il credente viene “analizzato” sull’amore per la Chiesa e il coinvolgimento nel tempo presente; per l’impegno al dialogo e all’accoglienza; per le scelte di disponibilità e corresponsabilità. Infine per l’impegno nella formazione, quella spirituale in particolare, perchè sia ben saldo il legame in Cristo, la chiave di volta e di unità sul ponte che lega il singolo con la vita ecclesiale e quella nel mondo. Analisi grammaticale nota, quindi…

Credenti-inquietiL’originalità del testo è che Truffelli invita ad una rilettura dell’essere credenti, laici, impegnati, addirittura associati offrendo una diversa “logica”: conuigare lo stile che già conosciamo con l’invito forte di papa Francesco, nella Evangelii gaudium, di portare la speranza di Cristo dalla Chiesa al mondo. Di sentire che l’oggi è il luogo della comunione e della missione. Che ognuno, ragazzo, giovane, famiglia e adulto singolo, può osare di essere strumento di annuncio, portatore di speranza. Certo, vivere l’esperienza associativa ci ha reso un po’ più facile questo compito. Ma non possiamo crogiolarci sugli allori. Forti della testimonianza di tutti coloro che sono passati nelle file dell’associazione dobbiamo sentirci stimolati a migliorare per immergerci anima e corpo in questo tempo. Per incontrare, cuore a cuore, le persone che vivono il nostro tempo e il nostro spazio. Per stimolare, a volte anche solo con il nostro agire, coscienze e intelligenze dei nostri …conviventi in questa “casa” che è il mondo.

L’impegno, è quello di una riscoperta del dialogo e della collaborazione come stile di vita, a prescindere dagli ambiti che le nostre vite intrecciano. L’invito è quello di coltivare l’inquietudine del cercatore: uscire dal guscio personale, scendere dal divano della pace familiare, aprire il cerchio delle sedie del gruppo, fermarsi sul sagrato, impegnarsi nelle vicende dell’amministrazione locale per trovare e aiutare ad individuare le tracce di speranza tutt’attorno a noi.